Asta giudiziaria ristorante Pagliarone, a processo il sindaco di Monteforte irpino

Costantino Giordano - Monteforte Irpino

Asta Giudiziaria per l’ex ristorante O’ Pagliarone: il Giudice per le Udienza Preliminare ha rinviato a giudizio Costantino Giordano, sindaco di Monteforte Irpino, oltre che Renato Freda, Nicola Galdieri e Armando Aprile (già imputato nel processo Aste Ok).

Sono accusati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli di vari reati, tra cui turbativa d’asta, estorsione aggravata e favoreggiamento dell’associazione a delinquere. Il processo, adesso, inizierà il 22 dicembre 2023.

Il sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano, è accusato di aver concorso insieme al presunto boss del Nuovo Clan Partenio, Nicola Galdieri, all’imposizione di una quota di 120 mila euro per consentire che l’asta fosse aggiudicata a una società di cui il primo cittadino è socio. Il processo comincerà il prossimo 22 dicembre davanti al collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo.

Giordano ha sempre respinto le accuse nei suoi confronti e in aula il 30 gennaio scorso negò ogni addebito. “Sono andato tre o quattro volte presso il ristorante di Forte Livia ma, ogni volta, sempre in veste di cliente. Il nostro rapporto era solo di conoscenza formale. Avevo maggiore confidenza con suo marito, Ciro Ciccone, perché lo conoscevo da più tempo”.

Il sindaco ha affermato di aver “investito circa 500mila euro nella ristrutturazione del locale e di esser venuto a conoscenza che lo stesso era finito all’asta e dunque decisero di partecipare perché erano stati investiti tanti soldi”. “Inoltre seppi dal mio ex socio, Gennaro Pascale, che Livia Forte era interessata al locale. I due si conoscevano perché lui era fornitore del locale IT’s Ok”. Successivamente mi informò che la signora Forte “si stava convincendo a non partecipare all’asta ma, per questo, voleva un regalo”.

Il sindaco ha riferito sul punto di aver risposto: “Io non faccio regali a nessuno”. Ed ancora “mi disse che voleva incontrarmi e andai da solo. Livia Forte mi riferì che avrebbe rinunciato all’asta, ma dovevo mettermi a disposizione qualora avesse avuto bisogno di qualcosa a Monteforte. Io risposi che l’avrei fatto sempre e solo per cose lecite”.

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