Sciopero della fame a Bisaccia, le testimonianze

Sciopero della fame a Bisaccia, le testimonianze

In attesa che da Caldoro arrivi qualche segnale, i partiti politici e gli esponenti regionali in Giunta e in Consiglio sollecitati dal sindaco di Bisaccia Salvatore Frullone e dai rappresentanti politici locali, si stanno attivando per concretizzare in breve tempo l’incontro con il governatore. Intanto, al terzo giorno di sciopero della fame, ecco i commenti di alcuni protagonisti della forma estrema di protesta contro il declassamento dell’ospedale Di Guglielmo.
Salvatore Alaia, sindaco di Sperone, dal Vallo Lauro-Baianese alla lotta in Alta Irpinia. Solidarietà territoriale, altra novità di questa protesta. “Questa è una battaglia a difesa della dignità delle popolazioni altirpine. La chiusura dell’ospedale di Bisaccia è un grave atto che non può vedere indifferente il presidente della Regione Campania. Incontri i sindaci che ne hanno fatto richiesta e valuti bene le proposte”.
Pasquale Gallicchio, consigliere comunale a Bisaccia e dirigente provinciale del Partito Democratico: “Al terzo giorno di sciopero non nascondo che la stanchezza si avverte ma siamo gente altirpina e non abbiamo nessuna voglia di mollare fino a quando il documento approvato in Consiglio provinciale non venga preso in considerazione dal presidente Caldoro, al quale rivolgo l’appello di convocare al più presto i sindaci dell’Alta Irpinia per dare di persona garanzie concrete. Ci aspettiamo come risposta allo sciopero della fame una celere attenzione del presidente della Giunta regionale che con decisioni immediate possa dire che l’ospedale di Bisaccia avrà un futuro come struttura ospedaliera territoriale e non un futuro legato a qualcosa che con la sanità non ha nessuna cosa in comune. Assicurare il diritto alla salute significa tutelare l’ospedale di Bisaccia. Bisaccia, con la lotta che sta mettendo in atto ha sollevato una questione delicata che riguarda il futuro anche degli altri ospedali. Si tratta a questo punto di mettere un punto fermo nel pianeta sanità senza penalizzare l’Irpinia rispetto ai tanti sprechi del napoletano”.
Francesco Tartaglia: “Contare i minuti e le ore in questo momento genera sentimenti contrastanti. Da una parte c’è la necessità di andare avanti nella lotta che si contrappone con la mancanza di una solidarietà vera soprattutto da parte di chi deve dare risposte politico-istituzionali, rispetto ai quali pur comprendendo la mole di impegni devono capire che pur una semplice telefonata è un segnale di attenzione. Loro devono capire che non servono i formalismi ma è più importante il contatto umano con le comunità, i territori, le loro problematiche. La politica non può ignorare delle persone che con un tale sacrificio fisico e psichico stanno chiedendo attenzione e se non si raccoglie questo allarme e non si sta vicino ai cittadini si rischia di allontanarsi sempre di più con conseguenze molto gravi per tutti”.
Antonio Santoli, assessore ai Lavori Pubblici al comune di Bisaccia: “Non è pensabile immaginare che il nostro territorio, già svantaggiato dal punto di vista orografico e climatico, possa essere privato di una struttura sanitaria che garantisca l’effettivo diritto alla salute. Chiediamo con forza che il piano di rientro di Zuccatelli venga rivisto per quanto riguarda il nostro territorio e la nostra lotta terminerà solo quando riusciremo ad ottenere quanto richiesto. l’Irpinia tutta è stata in questi giorni un laboratorio di confronto su tematiche di grosso impatto sulla qualità della vita che non può essere vanificato”.
Gerardo Rinaldo, operaio in cassaintegrazione ex CDI di Calitri: “Con questo nostro gesto vogliamo denunciare il fatto che già in Alta Irpinia si vive il dramma della mancanza di lavoro che favorisce una emigrazione soprattutto giovanile. Se a ciò si unisce il taglio scellerato dei servizi e quindi dell’ospedale di Bisaccia, mi chiedo che senso abbia restare a vivere in queste zone”.
Pascal Melchionna, dietista: “Il processo di aziendalizzazione della sanità ha trasformato quello che doveva essere un diritto in un servizio. La salute non può dipendere da motivazioni economiche ma deve tener conto delle esigenze del territorio. E’ inconcepibile che dei cittadini debbano mettere a rischio la propria salute per difenderla”.
Donato Sena, esponente Udc e lavoratore interinale: “Non molleremo finchè non saranno prese in considerazione le nostre proposte. In un territorio condizionato da carenze di infrastrutture non chiediamo altro che la tutela del diritto alla salute”.

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