Edilizia, crisi internazionale rallenta crescita settore irpino

Più di millequattrocento aziende che impiegano 6mila lavoratori . Sono i numeri che misurano la perfomance del comparto edile irpino. I dati emergono da un’analisi sviluppata dalla Cassa Edile di Avellino che prende in esame il semestre che va da ottobre 2009 a marzo 2010 (ultimo arco temporale utile a fini statistici). Ma la crisi economica nazionale ed internazionale rallenta la crescita del settore anche in ambito provinciale.
Dal raffronto statistico con lo stesso periodo riferito però al 2008-2009 emerge, infatti, una flessione generale. Primo indicatore dell’andamento critico registrato: a marzo 2010 si contano complessivamente in Irpinia 1.436 imprese rispetto alle 1.615 registrate nel semestre ottobre 2008 – marzo 2009. Il calo è di 179 unità produttive, pari all’11 per cento. Si riduce anche l’occupazione. Nel confronto temporale oggetto di studio, il comparto edile endogeno perde 868 addetti (si passa da 6.887 lavoratori calcolati nel primo semestre 2008-2009 ai 6.019 del primo semestre 2009-2010): risultato che tradotto in termini percentuali vuol dire una riduzione del 12,6 per cento.
Secondo la Cassa Edile diversi sono i fattori che concorrono a questo trend non roseo.
“Prima di tutto –spiega Armando Zaffiro, presidente dell’Ente bilaterale irpino– l’attuale recessione economica, su scala nazionale ed internazionale, che ha bloccato il processo di sviluppo anche del nostro settore edile, così come ha frenato la crescita degli altri rami dell’economia territoriale. Si consideri che negli ultimi tre anni il settore delle costruzioni in Italia ha perso ben 67 miliardi di euro di produzione, passando da 391 a 323 miliardi di euro, meno 17 per cento in termini reali, registrando nel contempo la perdita di 180mila addetti da gennaio 2009 a giugno 2010”.
E non è l’unico dei motivi. “Ritengo -continua- che alla base di questo andamento non positivo vi siano anche una serie di altre cause che spiegano la natura delle statistiche di comparto. Mi riferisco, in particolar modo, al Patto di Stabilità, strumento che impone il rigido controllo delle politiche di bilancio della Pubblica Amministrazione e blocca di fatto o ritarda di mesi i pagamenti alle imprese a fronte di lavori regolarmente realizzati”.
“Questa politica restrittiva -afferma Zaffiro- ha determinato la drastica riduzione della capacità di nuovi investimenti pubblici su tutto il territorio nazionale, generando il peggioramento del trend negativo in ogni ambito territoriale. Secondo l’analisi dell’Ance, il valore dei bandi di gara dei Comuni soggetti a Patto è diminuito del 14 per cento nel 2008 e del 10,7 per cento nel 2009 e le prospettive non appaiono certo rosee per i dati del biennio 2010-2011”.
“Non si rilevano peraltro -conclude- effetti riconducibili al tanto atteso Piano Casa. Ritengo dunque sia divenuta assolutamente improrogabile l’attuazione di efficaci e mirati interventi di tipo governativo, quali ad esempio la previsione di sgravi contributivi per le imprese e lo sblocco degli appalti pubblici, finalizzati a risolvere a livello nazionale questo andamento sfavorevole e generare positivi effetti in ogni comparto economico territoriale”.
Per Emilio Melito, direttore dell’Ente paritetico della provincia di Avellino, la Cassa Edile darà il proprio contributo per aiutare le imprese ed i lavoratori nell’attuale fase di recessione economica. “In questo momento di grande difficoltà -dichiara- la Cassa Edile, grazie alla volontà già manifestata dalle parti sociali territoriali che compongono i propri organi di amministrazione, Associazione Costruttori, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, si farà carico di assicurare il proprio contributo in favore degli operatori economici del settore, attuando specifiche strategie per agevolare le imprese nell’esecuzione degli adempimenti contrattuali”.
“Il tutto mediante -prosegue Melito- il miglioramento e lo sviluppo dei servizi resi dall’Ente in favore dei propri iscritti, mantenendo invariati gli oneri contributivi, che per la nostra provincia già risultano al livello più basso in raffronto alle altre realtà provinciali, e prevedendo ulteriori benefici quali ad esempio la fornitura di attrezzatura antinfortunistica prescritta dalla vigente normativa per la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
“Non trascureremo -termina- l’attuazione di particolari progetti assistenziali già predisposti, funzionali al potenziamento degli interventi posti in essere dall’Ente in favore dei propri lavoratori iscritti”.

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