Avellino, Felice D’Amico si presenta alla piazza biancoverde

Avellino, Felice D'Amico si presenta alla piazza biancoverde

AVELLINO – Si torna a correre e sudare in quel di Palena e continuano le conferenze stampa per i tesserati del lupo: oggi è toccato a Felice D’Amico, neoacquisto dalla Sampdoria, che andrà a contendersi una maglia da titolare sulla trequarti con Varela.

Avellino, le dichiarazioni di Felice D’Amico

LA TRATTATIVA – «Ho ricevuto la chiamata dal direttore Perinetti e non ho esistano due volte a venire in una piazza così importante. Sono bastate due chiacchiere per chiudere la trattativa».

I PRIMI GIORNI DI RITIRO – «I primi giorni sono stancanti ma ci servono per affrontare un campionato con la mentalità e le energie giuste per raggiungere gli obiettivi prefissati».

IL DUALISMO CON VARELA – «Siamo giocatori a disposizione dell’allenatore. Dobbiamo essere bravi a seguire il mister. Non c’è rivalità, siamo un gruppo coeso e lo dimostrano gli allenamenti. Dobbiamo dare il massimo in campo poi il mister farà le scelte».

LA CONSACRAZIONE – «Sono venuto per essere incisivo e cattivo sotto porta. Voglio essere determinante nelle partite. Giocare in primavera da degli stimoli ma in Serie C ci si mette in condizione di affrontare giocatori che hanno fatto la categoria. Ci vuole personalità. Non voglio sbilanciami ma posso rassicurare i tifosi che suderò la maglia fino al centesimo minuto».

LE PAROLE DI RANIERI – «Quando ero piccolino ero più sicuro. Adesso ho un figlio e una moglie e quelle parole mi sono servite che non servono solo le qualità. Come dice mister Ranieri quel metro che prima non facevo adesso lo faccio e mi renderà mi completo, non solo tatticamente ma anche a livello mentale».

IL RAPPORTO CON MISTER RASTELLI – «Il mister parla con tutti. Ci indirizza per far male agli avversari. Lo ringrazio per come mi ha accolto e per come mi spiega le cose. Non abbiamo ruoli. Il mister ha fatto delle scelte e noi siamo a sua disposizione. Può metterci a sinistra, sulla trequarti, in attacco, noi dobbiamo dare sempre il massimo».

IL TATUAGGIO DEL LUPO – «Lo feci tanti anni fa e se oggi sono qui forse è un segno del destino. Il lupo per me significa la mia storia. Essere capobranco sia a livello familiare che educativo. Quando un lupo va a caccia vuole la pera. Se ho sbagliato tante volte nella mia vita è perché adesso devo raggiungere la preda».

IL PESO DELL’AMBIENTE – «Sono venuto qui perché sono ambizioso ed affamato. Cercherò personalmente di fare un salto non solo mentale ma anche calcistico. Non voglio sbilanciarmi però posso permettere ai tifosi che noi faremo e cercheremo di mettere i fatti in campo. Risultato dopo risultato. L’importante è sudare la maglia, mettersi a disposizione del mister e raggiungere l’obiettivo».

NUMERO E IDOLO – «Il 77 è per me importantissimo. Dedico questo numero ad una persona per me importante che è venuta a mancare. Mi aiuterà dall’alto a fare qualcosa d’importante. Ci sono tanti idoli ma m’ispiro molto ad Antonio Cassano».

LE DIFFICOLTÀ – «È stato un pro e un contro. Il mio passato mi ha permesso di sbagliare tante volte ma ha inciso facendomi cambiare. Adesso ho una famiglia e una moglie che mi ha aggiustato la vita».

IL RAPPORTO CON MISTER ANDREOLETTI – «È un ottimo allenatore, calcisticamente parlando».


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