Non siamo untori, rispettateci: parla Rosa, figlia del funzionario della Provincia ricoverato al Moscati

In questi giorni ne ho sentite di ogni sui vari giornali e telegiornali locali e mi è sembrato che piuttosto di dare informazione si stia passando a una vera e propria diffamazione. Per questo mi sento in dovere di sfogarmi col mio popolo e di chiarirgli un po’ di situazioni“.

Inizia così il lungo sfogo su Facebook di Rosa Iannuzzo, figlia del funzionario della Provincia di Avellino ricoverato da qualche giorno nel reparto di malattie infettive del Moscati di Avellino, dopo essere risultato positivo al Covid-19, contagiato probabilmente dal figlio 29enne assieme a sua moglie e alla figlia Rosa.

Non è assolutamente vero che io e mio fratello eravamo di ritorno da un viaggio all’estero (IrpiniaOggi ha sempre riportato la notizia di un viaggio all’interno dei confini regionali campani, ndr), quest’anno abbiamo trascorso le nostre vacanze esclusivamente in Italia“, ha proseguito Rosa, che racconta di essersi sottoposta al test sierologico risultato negativo, appena rientrata dalle vacanze.

Stesso esito per mio fratello che ha effettuato il test rapido in vista della festa di compleanno di un suo amico. Voi sareste rimasti a casa in piena estate, senza sintomi e con esiti negativi?

Il 25 agosto arriva il 60esimo di mio padre,il quale ha sempre goduto di buona salute e non ha mai presentato sintomi nei giorni precedenti. Alla festa sono stati effettuati tutti i controlli previsti dalla normativa di sicurezza Covid e nessuno presentava febbre. Gli invitati non erano 100, così come viene riportato su qualche quotidiano, ma giusto 35 tra parenti e amici più stretti. Fortunatamente tutti i parenti sono risultati negativi”.

Dopo la premessa iniziale, Rosa inizia a raccontare il calvario del padre, a iniziare dal ricovero al Pronto Soccorso del Moscati, la sera del 28 agosto, per dispnea e febbre alta.

“Dopo pochi istanti dal tampone rapido ospedaliero,la notizia della sua positività al Covid-19. La nostra positività nella vita ora diviene un dramma e nel giro di qualche ora si trasforma in una malattia virale che ha già contagiato tutti i nostri centinaia di amici e conoscenti.

Da qui inizia il mio buio, il mio isolamento, gli stessi amici con i quali ci hai condiviso il sonno ora sono contro di me e tutta la mia famiglia. E per quale motivo?
E’ giusto puntare il dito su me e mio fratello, creare chat, foto con incitazioni alla violenza solo per essere figli di un positivo?”
, si chiede Rosa Iannuzzo.

Quale sarebbe la nostra colpa, quella di essere conosciuti un po’ da tutti i coetanei che fino a poco fa ci fermavano per salutarci e scambiarci due chiacchiere? Accusare le persone per un qualcosa che è nell’aria e come chiedere alla Terra di fermarsi un attimo.

Purtroppo questa è una catena senza fine e non è giusto far passare per carnefice qualcuno che ha avuto come unica colpa quella di essere stato più debole e sotto gli occhi di tutti, in questo caso mio padre.
L’attenzione a non ferire è la più bella forma di rispetto
“, si conclude così il lungo sfogo di Rosa.

Intanto prosegue lo screening dell’Asl di Avellino sui contatti della famiglia Iannuzzo e sugli invitati alla festa tenuta al Country Sport.

Già una quindicina i casi accertati, ragazzi giovani tra i 25 e i 35 anni, asintomatici o con sintomi lievi.


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