Il Consiglio Regionale boccia la mozione per l’ospedale di Solofra: ecco i voti

Due consiglieri regionali eletti dal popolo dell’Irpinia, hanno preferito un vergognoso “signorsì” al dovere di difendere la terra che li ha eletti.

E’ quanto sostiene, a giusta ragione, Giovanni D’Ercole, esponente di Fratelli d’Italia, nel raccontare cosa è avvenuto in sede di votazione della mozione proposta per annullare la delibera attraverso cui era stata disposta la chiusura del Pronto Soccoso dell’Ospedale di Solofra.

I nomi dei consiglieri regionali sono due: Maurizio Petracca e Vincenzo Alaia.

Scrive D’Ercole: Grati a chi ha voluto dare sostanza alla battaglia per Solofra, biasimo totale per i consiglieri Petracca ed Alaia.

Con profondo rammarico apprendiamo che, nella giornata di ieri, il consiglio regionale deluchiano ha bocciato la mozione presentata dal consigliere irpino dei 5 Stelle Ciampi.

Da un lato, ringraziamo chi – al netto dell’appartenenza partitica – ha avuto una posizione coerente con la difesa del territorio: Ciampi ha presentato il documento ed il consigliere Petitto, in verità, lo ha votato.

Evidenziamo la piena e coerente compattezza del gruppo regionale di Fratelli d’Italia che – pur non avendo consiglieri irpini – si è schierato come un sol uomo nel tutelare il diritto alla salute dei cittadini della valle dell’Irno, insieme ai colleghi del centrodestra.

Resta grave ed inaccettabile il fatto che, mentre consiglieri napoletani, salernitani, beneventani e casertani, anche eletti nelle liste deluchiane, votavano in favore di una mozione che diceva semplicemente che non si può chiudere un pronto soccorso durante una pandemia, ben due consiglieri regionali irpini si rifiutavano di onorare questa battaglia, contraddicendo anche tante dichiarazioni fatte negli ultimi mesi e, soprattutto, tradendo i tanti solofrani, serinesi e montoresi che avevano tributato loro un consenso enorme ed evidentemente immeritato.

Stigmatizziamo, infatti, con forza che i consiglieri regionali Petracca ed Alaia abbiano preferito inchinarsi senza vergogna alla volontà del primo nemico d’Irpinia, l’attuale presidente della Regione Campania, anziché tutelare gli interessi dell’Irpinia.

Purtroppo, in campagna elettorale gli Irpini hanno creduto alle fandonie che di questi tempi, un anno fa, l’abulico parolaio salernitano pronunciava al Laceno, non ascoltando il nostro grido di allarme circa la volontà di distruggere quel poco di buono della sanità irpina.

E se, in passato, scelte drammatiche venivano fatte sulla scorta di tagli lineari imposti dai governi nazionali, in questo contesto storico, in cui per la sanità sono pronti grandi investimenti e nessuno osa pronunciare più la parola “tagli”, sarebbe semplice come un goal a porta vuota mantenere l’offerta sanitaria esistente, se non implementarla.

Eppure le tante prefiche del passato, che urlavano e piangevano per gli “scippi”, ora tacciono infingarde per non disturbare il manovratore.

E, quindi, quasi passa sotto silenzio la decisione di sacrificare ancora presìdi di salute nella nostra provincia, lasciando ovviamente inalterati gli assetti nella vicina provincia di Salerno”

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