Verso il voto, caccia ai franchi tiratori

Voto

Non sempre essere presenti a una manifestazione elettorale significa impegnarsi per fare voti. Lo sanno bene i due candidati di coalizione per il collegio della Camera di Avellino. Se è vero che le divisioni nel centrosinistra sono da sempre più le antiche ed evidenti, stavolta è anche il centrodestra a mostrare divisioni ben marcate. La stessa candidatura di Gianfranco Rotondi per ammissione del diretto interessato è la conseguenza del mancato accordo su un nome condiviso a livello locale. Il clima unitario della campagna elettorale non può azzerare anni di scontri, culminati nell’addio a Forza Italia di Cosimo Sibilia, e nella emarginazione di Giovanni D’Ercole, al quale quasi a mo’ di provocazione, Fratelli d’Italia ha preferito la rediviva Giulia Cosenza.

Resta da capire in questa condizione, chi davvero si impegnerà per garantire al candidato Rotondi i cosiddetti voti di partito, ancora necessari per l’elezione, insieme con le preferenze che arriveranno con il voto di opinione. L’ex ministro di Silvio Berlusconi sarà votato da Angelo d’Agostino che ha pubblicamente espresso la sua scelta e dovrà dunque fare emergere nelle sue roccaforti (non solo Montefalcione) la sua forza elettorale. Resta da capire cosa decideranno di fare i suoi ex (ex?) sostenitori nella battaglia per le elezioni provinciali, ovvero il sindaco di Avellino Gianluca Festa e il consigliere regionale Livio Petitto, che con il suo addio al partito democratico ha subito azzerato le possibilità di un accordo per sostenere Maurizio Petracca.

Passano gli anni, ma gli antichi vizi della politica resistono, a destra come a sinistra: a volte la vittoria consiste nella sconfitta del proprio schieramento.

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