Caso Casapund, Mercurio: c’è bisogno di buon senso

Dovremmo essere abituati, ma proprio non ci rassegniamo all’idea di assistere alle solite strumentalizzazioni, ancora e per l’ennesima volta. Così Giuseppe Mercurio, Segretario Provinciale GD Avellino ed Emanuela Auriemma, Responsabile Organizzazione Provinciale in una nota sulla “vicenda Casapound”. Siamo stanchi di dover assistere alla solita rappresentazione in cui si cerca di trasformare una vicenda puramente politica in uno scontro interno al PD e ai GD. Ci saremmo aspettati, almeno per una volta, un po’ di buon senso su di una questione estremamente delicata, che richiede di essere affrontata, analizzata e risolta in maniera definitiva. Senza dubbio, avremmo gradito stimoli che indirizzassero il confronto verso una discussione seria e costruttiva, ma la discussione che si sta sviluppando sui canali di comunicazione, ci impone un altro tipo di riflessione. E’ sbagliato ed improprio personalizzare l’accaduto, così come lo è il cercare di dettare ricette, proporre soluzioni o assoluzioni a mezzo stampa. Una cosa è certa: non ci troviamo in un’aula di tribunale con giudici, avvocati ed imputati. Altrettanto sbagliato è annunciare guerre dentro e fuori, con e contro gli organismi dirigenti della nostra organizzazione. Il problema richiede infatti uno sforzo per ragionare ad un livello leggermente superiore. Ancora una volta, con l’abilità propria dell’esperienza c’è chi cerca di spostare l’attenzione da un problema e focalizzarla su di un altro. Attaccare un gruppo di iscritti alla nostra organizzazione e introdurre nei toni, seppur forti, avvisaglie di denunce e/o querele, soprattutto in un contesto giovanile, risulta quanto mai inappropriato. Ci chiediamo: “E’ questo il compito dei dirigenti del nostro partito? “. Possiamo consentire loro queste gravi ingerenze sulle nostre esclusive decisioni politiche? Possiamo consentire loro di ridurre la questione alla divisione in due fazioni pro e contro? Qui ci sono in gioco i valori ed i principi sui quali la nostra Organizzazione si fonda. Prima di esprimere la nostra posizione di contrarietà rispetto alla partecipazione al convegno, ci siamo preoccupati di dare delle risposte a delle domande chiare, con la convinzione di dover conoscere appieno il significato delle parole che si stavano utilizzando. Il Partito Democratico è o non è il partito della Costituzione? La Costituzione condanna o non condanna qualsiasi forma di apologia del fascismo? Il Partito Democratico è o non è contrario a qualsiasi forma di illegalità? La risposta, positiva in tutti e tre i casi, ne suggerisce una quarta: “Come si trasforma in fatti politici tutto ciò?” La risposta a questa domanda motiva la nostra posizione, che difendiamo e rilanciamo. Un dirigente del nostro partito e/o dei giovani democratici è chiamato a svolgere il proprio ruolo non per interessi personali o di corrente, ma per rinforzare giorno dopo giorno il progetto del Partito Democratico. Invitiamo tutti, pertanto, a porre fine alla querelle mediatica e ad approfondire la discussione negli organismi dirigenti: noi lo faremo. E’ necessario un confronto chiaro e sereno su quanto sta accadendo e di certo quella intrapresa non è la strada giusta.

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