SeL: siamo con la Fiom contro Marchionne

Stiamo assistendo, dopo la vicenda di Pomigliano, che era stata presentata in maniera rassicurante come un’eccezione, al secondo e più prepotente ricatto di Marchionne: se vince il no al referendum sull’accordo di Mirafiori la Fiat non farà più investimenti in Italia e se ne andrà all’estero! Di fronte a una minaccia che vorrebbe dire disoccupazione, quale operaio avrà il coraggio di difendere i propri diritti? Lo si legge in una nota diffusa dagli iscritti di Sinistra Ecologia e Libertà di Atripalda. “La Fiat – continuano – è spalleggiata in questo attacco ai diritti dei lavoratori da un Governo completamente complice che asseconda le minacce e i ricatti e permette all’azienda di intervenire su due materie regolate dalla Costituzionale: il diritto di sciopero e il diritto della malattia. Si dice che si opera in nome della modernità . Ma quale modernità è quella di sanzionare e successivamente licenziare un operario che si ammala per meno di 5 giorni due volte in un anno? E quale modernità è quella di mettere la mensa a fine turno? E quale modernità è quella di impedire di manifestare il proprio dissenso su eventuali soprusi attraverso lo sciopero? Lo sciopero per un operaio che perde una parte del proprio misero salario non è un atto indolore! E sempre in ossequio alla presunta modernità, Marchionne ha anche ritenuto, insieme ai firmatari degli accordi, di eliminare la rappresentanza democraticamente eletta dai lavoratori, sostituendo di fatto la RSU con le RSA nominate dalle segreterie che hanno sottoscritto gli accordi. Questa è la fine della democrazia nei luoghi di lavoro e un brutto segnale per la democrazia nel paese tutto. È questa la modernità secondo Marchionne ed il Governo? Tornare al “Padrone delle ferriere” degli inizi del ‘900? E poi si accusa la FIOM di utilizzare metodi del secolo scorso ….. bella faccia tosta! Il contratto per la FIAT Mirafiori, e quello ormai quasi dimenticato di Pomigliano, sono in realtà usati come un vero e proprio ariete che punta a scardinare l’unità dei lavoratori e a renderli soli e ricattabili. Con la sola promessa di una pseudo autonomia economica si crede di compensare la perdita insanabile di diritti conquistati negli anni, con sacrifici di maestranze che hanno fatto rinunce credendo di poter lasciare una società più solidale ad una generazione futura che invece, di questo passo, si trovera’ a vivere una condizione di subalternita’ perenne. Auspichiamo che tutte le forze sociali e politiche cui sta a cuore la salvaguardia del mondo del lavoro facciano sentire la propria voce in difesa di diritti che oggi vengono messi in discussione a Pomigliano e Mirafiori, ma che domani saranno negati a tutti i lavoratori, pubblici e privati ….. e ai nostri figli! La politica torni a fare il proprio lavoro al servizio dei cittadini e smetta di pensare solo agli inutili e sterili tatticismi, quelli che hanno indotto esponenti del centro sinistra a schierarsi dalla parte di Marchionne per un pugno di voti che probabilmente neanche otterranno”.

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