Penalisti proclamano un nuovo sciopero

Penalisti proclamano un nuovo sciopero
Nemmeno l’ ispezione ministeriale in corso è per il momento riuscita a sedare lo scontro in atto tra la camera penale di Avellino ed il procuratore capo, Mario Aristide Romano. In una nota diramata questa mattina, il presidente dei penalisti irpini, Luigi petrillo, ha indetto altri 8 giorni di asten…

Penalisti proclamano un nuovo sciopero

Nemmeno l’ ispezione ministeriale in corso è per il momento riuscita a sedare lo scontro in atto tra la camera penale di Avellino ed il procuratore capo, Mario Aristide Romano. In una nota diramata questa mattina, il presidente dei penalisti irpini, Luigi petrillo, ha indetto altri 8 giorni di astensione dalle udienze che prenderà il via il 17 febbraio. In pratica, ricalcando le delibere del 23 settembre e del 9 novembre scorso, nelle quali la camera penale irpina aveva proclamato lo sciopero per protestare contro la gestione dell’ormai “famigerato caso Balletta”, gli avvocati di piazzale de Marsico hanno nuovamente sottolineato la mancanza di dialogo e di chiusura totale che si è instaurata con la procura. Nei motivi di questo terzo sciopero dei penalisti, però, è adesso finita anche l’ispezione ministeriale in corso che, secondo gli avvocati del foro avellinese, si starebbe svolgendo non in loco, con le forme ordinarie, bensì a Napoli da magistrati in servizio presso la procura generale che agirebbero su delega limitata alla gestione del caso Balletta. Da qui la richiesta della stessa Camera penale di estendere l’ispezione anche all’identificazione di colui il quale stese materialmente il comunicato stampa della discordia che diede il là alla protesta. Questa, in effetti, la richiesta più impellente che il presidente Petrillo inoltrerà nelle prossime ore alla competente autorità con il deposito di un dettagliato esposto. Insomma, per adesso tra penalisti e procura della repubblica di avellino, non sembrano aprirsi spiragli di accordo e lo sciopero del prossimo 17 febbraio appare solo come l’ultima tappa di avvicinamento alla sentenza di una ispezione ministeriale che, prima ancora di essere emessa, ha già provocato le proteste degli avvocati irpini

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