Morte bianca, Ugl: vicini al dolore della famiglia Meola

Morte bianca, Ugl: vicini al dolore della famiglia Meola

“L’Ugl di Avellino si stringe al dolore della vedova Meola e dei suoi due figli per la prematura e tragica scomparsa di Remigio Giovanni Meola, l’operaio 52enne di Montefredane che purtroppo è morto dopo un infortunio sul lavoro”. Questo il pensiero che il segretario generale dell’Ugl-Utl di Avellino, Costantino Vassiliadis, vuole rivolgere a questa famiglia che ha perso il proprio caro mentre stava lavorando. “Ancora una volta siamo costretti a parlare di infortuni sul lavoro, di morti bianche. Ancora una volta parliamo di una vita spezzata proprio mentre si stava guadagnando da vivere. Sula tragedia di Remigio Giovanni Meola la Magistratura chiarirà, questo il nostro auspicio, le cause e le eventuali responsbailità. Ma in attesa che la Giustizia faccia il suo corso, il Sindacato ancora una volta non può fare a meno di denunciare quanto la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro sia sconosciuta a molti. E gli infortuni che l’informazione locale riporta alla cronaca, siano essi gravi siano essi meno gravi, ci restituisce un quadro a tutti ben noto. – continua Vassiliadis – Spesso purtroppo gli stessi lavoratori sono consapevoli di mettere a rischio la propria vita masono costretti a sottostare pur di lavorare e di portare a casa lo stipendio, in molti casi, necessario e fondamentale per poter far vivere la propria famiglia. L’Ugl non si vuole sostituire alla Giustizia, anzi crede nel suo operato e in quello degli organi ispettivi che quotidianamente sono impegnati nel contrastare il fenomeno delle irregolarità e dello sfruttamento della manodopera ma rivolge un appello a tutti i lavoratori affinchè con coraggio e determinazione denuncino alle Forze dell’Ordine, alle Organizzazioni Sindacali le irregolarità a cui assistono o che sono costretti ad accettare. – conclude il segretario generale dell’Ugl-Utl di Avellino Costantino Vassiliadis – Perchè è a dir poco assurdo perdere la propria vita mentre si lavora, è inaccettabile!”.

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