Difesa Grande, no a processo ad Ariano: richiesta di 7 indagati

Difesa Grande, no a processo ad Ariano: richiesta di 7 indagati
Possibili condizionamenti da parte dell’ambiente, dalle pressioni della stampa e da altre situazioni esterne alla dialettica professionale. Sono queste le motivazioni espresse da sette dei venticinque indagati per l’inchiesta sulla gestione di Difesa Grande, in merito allo svolgimento del procedimen…

Difesa Grande, no a processo ad Ariano: richiesta di 7 indagati

Possibili condizionamenti da parte dell’ambiente, dalle pressioni della stampa e da altre situazioni esterne alla dialettica professionale. Sono queste le motivazioni espresse da sette dei venticinque indagati per l’inchiesta sulla gestione di Difesa Grande, in merito allo svolgimento del procedimento giudiziario ad Ariano Irpino. Tutto questo viene discusso oggi davanti ai giudici della Cassazione a Roma. Nella discarica di Ariano erano finiti rifiuti urbani e speciali, ma anche lo smaltimento del cdr, “Riteniamo che il luogo dove si celebra il procedimento possa subire turbamento da situazioni esterne alla dialettica processuale – si legge nell’istanza presentata alla Corte di Cassazione da parte dei sette indagati (Emilio e Nicola De Vizia, Roberto Gennarello, Gerardo Adiglietti, Marcello Caruso, Antonio Picardi e Salvatore) -, sulla quale potrebbe incidere il ruolo della stampa e delle tv locali che hanno dato grandissimo risalto ai fatti culminati nel primo marzo del 2004 nell’aggressione al dottore Catanese della questura di Avellino; mentre l’auto dello stesso procuratore Amato barile, all’epoca capo dell’ufficio, fu circondata da manifestanti e fatta oggetto di lanxio di palle di neve ghiacciata”

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