Disgrazia A16, la vedova di Vito Daniele: “Si riapra il caso”

CRONACA A16 – Sono passati più di cinque anni ma nulla è cambiato da allora per Mariella Zotti, giovane mamma rimasta vedova anzitempo dopo che una disgrazia evitabile le ha portato via il marito, Vito Daniele, impiegato a Roma. L’uomo stava ritornando a Casamassima, nel barese, dalla famiglia per la festa della mamma quando in A16, poco dopo la galleria di Sant’Elena in territorio di Pietradefusi, fu inseguito da un’auto della Guardia di Finanza della tenenza di Ariano e fermato in un tr…

CRONACA A16 – Sono passati più di cinque anni ma nulla è cambiato da allora per Mariella Zotti, giovane mamma rimasta vedova anzitempo dopo che una disgrazia evitabile le ha portato via il marito, Vito Daniele, impiegato a Roma. L’uomo stava ritornando a Casamassima, nel barese, dalla famiglia per la festa della mamma quando in A16, poco dopo la galleria di Sant’Elena in territorio di Pietradefusi, fu inseguito da un’auto della Guardia di Finanza della tenenza di Ariano e fermato in un tratto autostradale ad altissimo rischio. Vito appena scese dalla sua vettura per sincerarsi di quel controllo azzardato fu falciato da una bisarca condotta da un ucraino. Orrore e sconcerto. Il giovane padre di tre figli morì sul colpo. E da allora è iniziata la battaglia di Mariella per ottenere verità e giustizia per il marito, vittima due volte della malagiustizia. “Si riapra il caso – esclama Mariella Zotti -. Chi ha visto collabori anche se sono passati cinque anni. Lo Stato ha fatto morire due volte mio marito. Il Tribunale di Benevento aveva già scritto la sentenza di assoluzione dell’ufficiale delle Fiamme Gialle di Ariano. Intanto lui e il conducente sono liberi Vito è morto da cinque anni per colpa di un abuso commesso dalla Guardia di Finanza che doveva fermarlo ma in condizioni di sicurezza”.

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