Laureati e lavoro, solo il 53% occupato entro tre anni dal titolo

Brutte notizie per i laureati italiani. Poco più di metà (52,9%) risulta occupato entro tre anni dalla laurea. A fare peggio di noi in Europa solo la Grecia. Il dato emerge da una ricerca Eurostat. La media dell’Ue a 28 nel 2014 è dell’80,5%. Per i diplomati la situazione è peggiore con solo il 30,5% che risulta occupato a 3 anni dal titolo (40,2% nei diplomi professionali). Nel complesso le persone tra i 20 e i 34 anni uscite dal percorso formativo occupate in Italia nel 2014 erano appena il 45…

Brutte notizie per i laureati italiani. Poco più di metà (52,9%) risulta occupato entro tre anni dalla laurea. A fare peggio di noi in Europa solo la Grecia. Il dato emerge da una ricerca Eurostat. La media dell’Ue a 28 nel 2014 è dell’80,5%. Per i diplomati la situazione è peggiore con solo il 30,5% che risulta occupato a 3 anni dal titolo (40,2% nei diplomi professionali). Nel complesso le persone tra i 20 e i 34 anni uscite dal percorso formativo occupate in Italia nel 2014 erano appena il 45% contro il 76% medio in Europa, indietro quindi di oltre trenta punti rispetto l’Ue a 28. L’Italia è in ritardo sia sull’occupazione dei diplomati (per i diplomi non professionali si registra appena il 30,5% di occupati a tre anni dal titolo contro il 59,8% medio Ue e il 67% della Germania) che su quella dei laureati. Per l’educazione terziaria (dalla laurea breve al dottorato) l’Italia si situa sempre al penultimo posto dopo la Grecia con il 52,9% (93,1% la Germania). Per l’Italia si è registrato un crollo per la percentuali di occupazione dopo il titolo con la crisi economica e la stretta sull’accesso alla pensione che ha tenuto al lavoro la fascia di età più anziana. Secondo le statistiche Eurostat riferite al 2014 sui giovani nella fascia tra i 30 e i 34 anni gli italiani hanno la maglia nera per l’educazione terziaria con appena il 23,9% di laureati a fronte del 37,9% della media Ue. Il dato è migliorato rispetto al 19,2% del 2008 ma meno di quanto abbiano fatto in media gli altri paesi Ue (la percentuale era al 31,2% nel 2008 ed è quindi cresciuta di oltre sei punti).

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