Coronavirus, positivi dipendenti del Moscati. Il Nursind: “Nostri consigli caduti nel vuoto”

“Ci giunge come una doccia fredda la notizia del contagio di ben 8 operatori sanitari che si aggiungono alla lunga lista dei precedenti e che fa salire vertiginosamente la percentuale di operatori contagiati del 16%”.

Esordisce così il comunicato della Nursind Avellino, a firma del Segretario Provinciale, Romina Iannuzzi, che rivela: “Tutti gli operatori risultati positivi nella giornata di ieri sono stati sottoposti ad ulteriore prelievo di verifica, in considerazione delle notevoli percentuali di tamponi “falsi positivi”. Una situazione potenzialmente drammatica in quanto i suddetti lavoratori potrebbero nel frattempo aver diffuso il virus”.

La Iannuzzi tende comunque a tranquillizzare la comunità irpina, riservando una stoccata ai dirigenti del Moscati: “Fortunatamente i riscontri che ci stanno giungendo sono rassicuranti in quanto i test rapidi effettuati agli operatori risulterebbero tutti negativi. Ci duole comunque ricordare che da tempo abbiamo chiesto all’Azienda Ospedaliera Moscati di rafforzare le misure preventive di biosicurezza, effettuando uno screening della temperatura all’ingresso per tutti i dipendenti, ma la richiesta è purtroppo caduta nel vuoto“.

E’ necessario, prosegue la Iannuzzi “dei tamponi a tutto il personale sanitario. Ad oggi questa resta l’unica soluzione concreta per contenere la diffusione del virus. Restano purtroppo ancora tante le criticità all’interno dell’ospedale e che da lungo tempo ormai segnaliamo: i percorsi intraospedalieri che risultano ancora incompleti, soprattutto quelli dedicati al nuovo Covid Hospital; la scarsa quantità di presidi, soprattutto di mascherine Ffp3, che andrebbero sostituite ogni 3/4 ore e che invece i lavoratori indossano per tutta la durata del turno di lavoro (anche dodici ore continuative); la mancanza di un’adeguata formazione del personale neoassunto, in contrasto con quanto stabilito dalla Legge 81/08 in materia di sicurezza sul lavoro”.

A pesare è anche la carenza del personale: “Manca un adeguato turnover per gli infermieri che prestano assistenza diretta ai pazienti Covid, tale da consentire un adeguato e meritato recupero psicofisico per coloro che maggiormente si sono sacrificati in questi mesi”.

Infine, conclude la Iannuzzi: “Per tutte le problematiche fin qui esposte siamo ancora in attesa di un confronto con l’azienda, che ci auguriamo possa aver luogo il più presto possibile al fine di poter rassicurare i lavoratori e la cittadinanza tutta”.

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