“Codici rossi in aumento. Al fianco delle vittime anche dopo la denuncia”: l’impegno del vicequestore Salerno

Avellino - Maria Felicia Gerarda Salerno

Un’onorificenza nel segno dell’impegno al fianco delle donne. Maria Felicia Gerarda Salerno, dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Ariano Irpino, non nasconde un pizzico di emozione per il riconoscimento di ufficiale all’ordine del merito della Repubblica italiana ricevuto dal Prefetto, Paola Spena, in occasione della Festa della Repubblica. Un riconoscimento ricevuto per l’attività svolta nella Città del Tricolle durante l’emergenza Covid 19, quando il comune irpino divenne la prima zona rossa del Sud Italia, ma anche per l’impegno profuso al fianco delle donne vittime di violenza di genere. Ed è proprio a loro che va il pensiero della dottoressa Salerno: «ho sempre lavorato tra i giovani, tra i fragili, tra le persone che hanno bisogno, in particolare al fianco delle donne. Nel commissariato di Ariano Irpino si sono attivati ultimamente numerosi codici rossi per violenze inaudite. Insieme al personale che dirigo siamo al loro fianco non solo nella fase della denuncia, ma anche in quella successiva. Non perdiamo mai i contatti con le vittime di violenza, le stimoliamo e le supportiamo a riprendere una vita normale».

Impossibile non rivolgere un pensiero alle ultime due vittime di femminicidio, Giulia Tramontano, assassinata dal suo compagno a Senago, e Pierpaola Romano, poliziotta uccisa a Roma da un suo collega. Due delitti che dimostrano come la strada da percorrere per eliminare la violenza di genere sia ancora tanta. «Tanto è stato fatto anche in termini di sensibilizzazione soprattutto tra i giovanissimi, ma tragedie come queste non erano forse prevedibili. Spesso, invece, ci sono campanelli d’allarme che un occhio attento riesce a recepire e capire se possano o meno trasformarsi in qualcosa di più pericoloso. Semplici liti in famiglia o tra fidanzati, quelli che noi definiamo reati sentinella, che sono un campanello importante per capire che qualcosa non va. I femminicidi della nostra collega e della giovane donna incinta del suo primo bambino fanno capire come la strada compiuta sino ad ora non è sufficiente- conclude Salerno- Bisogna fare di più, far sì che i nostri giovani comprendano che la parola chiave di una società sana è rispetto. Rispetto degli altri, dei generi e, soprattutto, della donna».

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