Aumento ticket, domani sit-in di protesta alla Prefettura

Aumento ticket, domani sit-in di protesta alla Prefettura

AVELLINO – Spi-Cgil, Fnp-Cisl, UilP-UIL e le camere sindacali provinciali insieme contro gli aumenti applicati dalla Regione Campania sui ticket dei farmaci, delle visite specialistiche e dei ricoveri in pronto soccorso.
Previsto per domani mattina (GIOVEDI’), alle 10.00, il sit-in di protesta dinanzi al palazzo della Prefettura di Avellino con l’obiettivo di istituire un tavolo provinciale di concertazione.
La decisione della Giunta Caldoro è, infatti, inaccettabile. La Regione più povera del paese paga le tasse e i ticket più alti d’Italia. E così mentre si riducono i servizi aumentano i costi a carico dei malati. La stangata ancora una volta colpirà i cittadini e i pensionati. La protesta di domani, che continuerà nei prossimi giorni dinanzi alle sedi Asl ed ai Distretti sanitari di tutta la provincia, sarà anche l’occasione per denunciare tutto quanto non funziona in tema di sanità.
Liste d’attesa sempre più lunghe, servizi territoriali inesistenti, reparti ospedalieri simili ad ospedali da campo, anziani e malati cronici privi di cura e assistenza, precarietà nei servizi sanitari e socio-assistenziali, servizi soppressi in assenza di altra programmazione, viaggi della speranza verso le ricche regioni del Nord-Italia, sospensione dell’erogazione dei farmaci in convenzione, ticket sempre più alti per far cassa e riparare i debiti, lavoratori non tutelati, ospedali cancellati.
Questo il lungo elenco di motivi che spingono i Sindacati Confederali e dei Pensionati ad organizzare una protesta plateale.
Il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto di quelli più poveri che non possono pagarsi servizi privati, con quest’ulteriore provvedimento, nei fatti non è più garantito.
Il sistema sanitario campano non è mai stato così in pericolo. E’ giunto il momento di fermare sprechi e incapacità politica, motivi che stanno distruggendo il nostro stato sociale.
E’ giunto il momento di dire basta alle penalizzazioni dei pensionati e delle classi più deboli, sempre meno garantiti.

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