No alle trivellazioni, incontro tra comitati contro Sblocca Italia

Mercoledì 20 maggio, h. 19.00, il CSA Depistaggio, il Coordinamento NO TRIV Irpinia-Sannio ed attivisti del coordinamento campano contro lo Sblocca Italia incontrano i Comitati abruzzesi No Ombrina Mare, gli attivisti del C.s.a. Zona 22 e gli autori dell’Atlante sui Conflitti Ambientali (Centro di Documentazione sui conflitti ambientali e Ass. “A Sud”). Fermiamo le Trivelle! Fermiamo lo Sblocca Italia!
INTERVENTI:

Mercoledì 20 maggio, h. 19.00, il CSA Depistaggio, il Coordinamento NO TRIV Irpinia-Sannio ed attivisti del coordinamento campano contro lo Sblocca Italia incontrano i Comitati abruzzesi No Ombrina Mare, gli attivisti del C.s.a. Zona 22 e gli autori dell’Atlante sui Conflitti Ambientali (Centro di Documentazione sui conflitti ambientali e Ass. “A Sud”). Fermiamo le Trivelle! Fermiamo lo Sblocca Italia!
INTERVENTI:
• La lotta No Triv: lo stato.
Giovanni Montesano – No Triv Irpinia-Sannio

• SbloccaItalia e Neo-estrattivismo.
Costanzo Di Gioia – Orizzonti Meridiani / C.s.a. Depistaggio

• No Ombrina Mare: la comunità abruzzese si mobilita per un altro modello di sviluppo.
Luigi Iasci – C.s.a. Zona 22 /Coordinamento No Ombrina Mare

• Il paradigma Bagnoli.
Lorenzo Lodato – Coordinamento napoletano contro lo Sbloccaitalia

• L’Atlante italiano sui conflitti ambientali
Marica di Pierri – Centro di documentazione sui conflitti ambientali

COS’E’ IL PROGETTO OMBRINA MARE
Il progetto di estrazione – Il progetto ‘Ombrina Mare è uno dei fronti più avanzati dell’attacco neocolonialista ai nostri territori. A 6 km dalla Costa dei Trabocchi, zona di San Vito Chietino (CH), dovrebbe sorgere una piattaforma petrolifera estesa 35 x 24 mt, alta come un palazzo di dieci piani, collegata a 4 – 6 pozzi. Dovrebbe entrare in funzione nel giro di pochi mesi dall’avvio del progetto. Già nella prima fase produrrebbe decine di migliaia di tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi di estrazione, la cui esatta composizione è coperta da segreto industriale, ma che contengono sicuramente sostanze tossiche, materiale radioattivo compreso. La piattaforma, infine, sarà collegata ad una nave che servirà da raffineria galleggiante, ancorata a 10 km dalla costa. In pratica, un colpo mortale per l’economia di questo territorio, nonché fortissimi rischi di disastro ambientale ed effetti altamente nocivi per la salute e per la biodiversità.
L’ATLANTE ITALIANO sui CONFLITTI AMBIENTALI
E’ uno strumento di mappatura partecipata dei conflitti ambientali in Italia. Registrandosi come utenti, comitati territoriali, ricercatori, e società civile in qualunque forma organizzata potranno caricare direttamente schede monografiche inerenti specifici conflitti ambientali che, previa validazione da parte dell’equipe di ricerca del CDCA – Centro di documentazione sui conflitti ambientali, entreranno a far parte della mappatura visibile sulla home page dell’Altante. Visita l’Atlante italiano dei conflitti ambientali alla pagina: http://atlanteitaliano.cdca.it/
L’ATTACCO ALL’AMBIENTE
Le mire speculative dei petrocapitalisti, enormemente agevolati dalla legge Sblocca – Italia, interessano in pratica tutta l’Italia centromeridionale. Ma i progetti petroliferi non sono che l’ultima frontiera di un selvaggio attacco all’ambiente ed alle comunità che, con l’eolico selvaggio, le discariche, legali o illegali, gli inceneritori, stringe i nostri territori e le nostre comunità in una morsa letale che produce desertificazione sociale ed ambientale. La Basilicata è l’esempio più chiaro dei risultati dell’industria petrolifera: venti anni di estrazioni hanno prodotto inquinamento dei bacini imbriferi, chiusura di un numero imprecisato di aziende nel settore agro-alimentari, incalcolabili danni di immagine alle produzioni tipiche della zona. Non sono disponibili dati ufficiali recenti per quanto riguarda le ricadute sulla salute della popolazione, perché gli enti preposti non sono in grado di fornirli. In compenso, sappiamo che la Basilicata rimane agli ultimi posti, in Italia, per quanto riguarda il reddito pro – capite, e tra i primi per i tassi di emigrazione e disoccupazione. Ridono solo i petrolieri, che sulla pelle dei Lucani hanno lucrato enormi profitti.

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