Verona,come far passare in secondo piano una sconfitta

Che bravi quelli del Verona. Anziché dire che la squadra si è rotta (quattro sconfitte nelle ultime cinque trasferte), hanno raccontato a tutto il mondo che s’è rotto il finestrino. Il fatto di cronaca indubbiamente resta e va condannato ma a occupare le pagine dei giornali, a prendere spazio sul web e le televisioni non è stato certamente quel primo posto perduto ad opera di un Avellino che ha giocato come dovrebbe fare la capolista. Si è parlato dell’aggressione, del danno, di auto distrutta. …


Che bravi quelli del Verona. Anziché dire che la squadra si è rotta (quattro sconfitte nelle ultime cinque trasferte), hanno raccontato a tutto il mondo che s’è rotto il finestrino. Il fatto di cronaca indubbiamente resta e va condannato ma a occupare le pagine dei giornali, a prendere spazio sul web e le televisioni non è stato certamente quel primo posto perduto ad opera di un Avellino che ha giocato come dovrebbe fare la capolista. Si è parlato dell’aggressione, del danno, di auto distrutta. Mica hanno spiegato ai loro tifosi, quelli del Verona, perchè la squadra di Pecchia rischia il ritorno in A. Quei tifosi bravi a urlare “terroni, terroni” hanno ricevuto la lezione dal punto di vista sportivo, nello stadio. Fuori dall’impianto è avvenuto qualcosa che ricorda molto il comportamento dei tifosi gialloblu.
Purtroppo funziona proprio così: anche quando venne il Bari ad Avellino e il suo presidente (all’epoca) Paparesta fu preso a maleparole in tribuna d’onore, si aprì un caso nazionale. E il risultato dell’Avellino passò in secondo piano. Come adesso. Ma all’Avellino interessano i punti e la classifica. Parlino gli altri: la squadra di Novellino parla sul campo. Senza nemmeno sbagliare i congiuntivi.

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