Quando il calcio è questione di famiglia: B Marzio presenta Deli

Non ci pensa neanche un secondo. Francesco Deli ha le idee chiarissime: “idoli? Uno solo. Mio padre”. Il centrocampista del Foggia non ha dubbi perché a papà Claudio deve la sua passione per il calcio. E forse anche la sua carriera. Se un anno fa è stato tra i protagonisti della promozione del Foggia in B è merito di un amore per questo sport nato sui campi di provincia. “Andavo sempre a vedere le partite di mio padre e lì mi sono innamorato”.

Fare su e giù tra la sua Roma e il suo Foggia gli riesce solo quando ha qualche giorno libero in più,  diversamente è la sua famiglia ad andarlo a trovare perché dopo il calcio i legami sono al secondo posto nella sua scala dei valori. “Ho preso il numero 18 perché è associato alla data di nascita dei miei fratelli. Ecco perché non ho avuto dubbi nella scelta”. Anche loro, come lui, giocano a calcio. “Sono più piccolini di me, uno gioca nelle categorie juniores vicino casa, mentre l’altro vuole addirittura fare il portiere”. Ride perché sa che a breve potranno fare una piccola squadra di calcetto di famiglia. “Con mio padre gioco spesso d’estate, anche se lui non vuole troppo perché è rosicone e non vuole perdere. Chi è più forte? Impossibile da dire, anche se ogni tanto mi capita di incontrare qualcuno che mi dice ‘sei più forte tu’, ma io non credo”.

A Foggia, intanto, si è creato il suo piccolo mondo. “Quando ho tempo libero mi dedico al cinema. Di ogni tipo: non faccio preferenze. Anche se al primo posto metto i film d’azione americani”, ma poi c’è da accontentare anche la dolce metà. “Quando mi viene a trovare la mia fidanzata però vediamo qualche commedia italiana. Più leggera, così anche lei è contenta”. E poi c’è l’Nba. “Sono un grande appassionato di questo sport spettacolare. Condivido la passione con Agazzi e spesso ci vediamo anche le partite insieme. Senza fare le 4 del mattino, certo, ma cerchiamo di non perdercene una”. Ecco perché in camera da letto non ha la maglia di un idolo calcistico, ma di un giocatore di basket. “Sono stato sempre un fan di Minnesota Timberwolves e allo stesso tempo di Jimmy Butler, quando poi in estate è andato a giocare lì è stato il massimo”.

Quasi un anno fa Francesco è stato tra i protagonisti della promozione del Foggia in B. “Un’emozione indescrivibile. Qualcosa di unico. Ho pianto per la gioia”. E quelle non sono state le uniche lacrime della stagione scorsa. “Ammetto di essermi commosso quando Francesco Totti ha dato l’addio al calcio. Sono romano e romanista e per tutti i ragazzi della mia generazione lui è stato un modello e un punto di riferimento unico”.

Camminando per i corridoi dello stadio Zaccheria di Foggia, però, il poster in bella mostra è il suo, quello di Francesco Deli. “E’ una bellissima emozione. Ogni volta che passo qui davanti sento una grande carica. Mi emoziono tantissimo e mi sento protagonista del progetto e di questa avventura. Foggia è una piazza calda. Per me, è come stare a casa”.

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