Novellino, le espulsioni ed il senso di appartenenza…

AVELLINO CALCIO – Spesso si parla di senso di appartenenza, di legame con una maglia, con una piazza calcisitica. Purtroppo, nel pallone moderno, in quel calcio post  anni 90 le bandiere sono divenute sempre meno. In campo sono davvero pochi, i giocatori che hanno legato il loro nome ad una città. L’Avellino ha D’Angelo vero simbolo della rinascita. Ma il Dna irpino, lo spirito guerriero di un popolo che non si è abbattuto nemmeno davanti a tragedie di proporzioni immani, è tutto in Walter Novellino.  Il tecnico di Montemarano non era stato accolto dall’intera tifoseria in maniera positiva. Eppure grinta, cuore e carattere hanno permesso all’allenatore di conquistare la piazza.  Ieri a Frosinone l’ennesima espulsione,  la quarta, dopo quelle con Benevento, Bari e Spal“Sono di Montemarano, alleno la squadra della mia città. In cuor mio sento davvero che è tutt’altra cosa. Neanche oggi riuscivo a trattenermi per come sentivo la partita.  Questa panchina ha un sapore diverso”. Erano state queste le parole del tecnico dopo il match di ieri al “Matusa” . L’auspicio è che anche contro il Carpi possa essere al suo posto. Una cosa è certa se non ci sarà continuerà a guidare la sua nave dagli spalti. Perché a lui, Walter Novellino stare fuori, non piace per nulla.

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