Il Brindisi difficilmente s’iscriverà al prossimo torneo

Nel consiglio comunale di ieri si è affrontata anche la questione del Football Brindisi. Il sindaco ha confermato quanto rilasciato la scorsa settimana, parlando di una situazione assolutamente ingestibile, poco chiara e di una documentazione assolutamente insufficiente a garantire trasparenza e chiarezza. Il presidente Pupino, praticamente irrintracciabile da tre settimane per il primo cittadino, avrebbe infatti consegnato una relazione ben lontana dalla strada della verità e che escludeva- parola di Mennitti – quella che sarebbe potuta essere la situazione debitoria anche dei prossimi anni, in virtù dei contratti pluriennali, eredità di Galigani. Il sindaco è stato piuttosto preciso nell’affermare che in considerazione di tutti questi fattori e soprattutto dell’analisi impietosa dei bilanci avuta direttamente dalla Lega, non si può chiedere a nessuno di entrare a far parte di questo progetto, di questa società, mentre molto più semplice sarebbe ripartire con una nuova gestione anche se questo dovesse significare una categoria inferiore.
I tifosi si mobilitano contro l’ipotesi interregionale, considerandola offensiva e assolutamente improponibile. Parlano di un’amministrazione incompetente e disinteressata, quasi fosse un dovere di Palazzo di Città sistemare i conti in rosso di una società privata seppure di pubblico interesse. Mancanza di volontà: è questa l’accusa mossa al primo cittadino che pure si era mostrato ottimista all’inizio sulla riuscita di un salvataggio, che sembrava già mesi addietro improponibile per chiunque avesse bene a mente tutti i passaggi noti o meno noti portati avanti dall’ex presidente Galigani.
Il Brindisi adesso sembra una scatola cinese, ed ogni giorno vengono fuori novità che difficilmente sembrano poter essere ricostruite attraverso un filo logico: assegni bloccati, cambiali in protesto, contratti che spuntano dal nulla come conigli da un cilindro, per non parlare dei numerosi lodi ancora in piedi tra giocatori, commissione tesseramenti e procura federale. L’ipotesi della serie D dovrebbe essere vista, in considerazione della normale procedura, un miracolo ed un’occasione, soprattutto se, perché nemmeno questo è detto, si trovassero imprenditori o personaggi seri in grado di garantire il mantenimento e la gestione che una squadra di calcio comporta.
Negli scorsi anni diverse società gloriose, sia come storia ma soprattutto come risultati, hanno subito lo stesso trauma che si sentono di vivere ancora i sostenitori biancazzurri, eppure sono ripartite dal basso, con l’umiltà della piazza e la buona volontà degli amministratori. Il Messina ad esempio, o nel 2009 tutte insieme Avellino, Pisa, San Benedetto del Tronto, Treviso e Venezia, qualcuno oggi in Lega Pro ,altre ancora imbrigliate nei campionati dilettantistici. L’ultima lezione tra tutte, quella del Perugia, che proprio questa domenica, dopo un solo anno di purgatorio post fallimento, ha festeggiato il ritorno tra i professionisti. (da tuttolegapro.com)

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