Elio Graziano si è spento a 85 anni: storia di un uomo rimasto solo

Elio Graziano non ce l’ha fatta. Era stato ricoverato la scorsa settimana presso l’unità di terapie intensiva dell’Ospedale Moscati di Avellino. I medici hanno fatto di tutto per strapparlo alla morte ma si sono accorti che il suo cuoreera ormai molto debole. Quel cuore che, invece, l’ex imprenditore della Idaff (detersivo Dyal), dell’Isochimica (nota per i veleni dell’amianto) e soprattutto ex patron dell’Avellino calcio, aveva dimostrato di avere grande al pari della sua generosità.
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Elio Graziano non ce l’ha fatta. Era stato ricoverato la scorsa settimana presso l’unità di terapie intensiva dell’Ospedale Moscati di Avellino. I medici hanno fatto di tutto per strapparlo alla morte ma si sono accorti che il suo cuoreera ormai molto debole. Quel cuore che, invece, l’ex imprenditore della Idaff (detersivo Dyal), dell’Isochimica (nota per i veleni dell’amianto) e soprattutto ex patron dell’Avellino calcio, aveva dimostrato di avere grande al pari della sua generosità.
Da qualche anno è stato lasciato solo, da tutti, anche da quanti avevano avuto tanto e che ormai potevano portargli via niente. Lasciato solo da quanti furono sempre al suo fianco quando c’era da ricevere favori e prebende, viaggi gratis e biglietti omaggio in quantità industraiale, posti di lavoro e forniture di detersivi.
Funziona così, sempre.Lo abbandonarono appena fu arrestato, coinvolto nello scandalo delle “lenzuola d’oro”. Era il giorno di Santa Rita, il 23 maggio del 1988, c’era la processione al Corso di Avellino ma la gente guardava in alto, su un balcone dove un display luminoso annunciava la notizia di cronaca giudiziaria: “Arrestato Elio Graziano”. Messo sotto i riflettori l’ appalto di 152 miliardi. Alle Ferrovie dovevano essere fornite parure composte, cioè lenzuola, coperte e guanciali del tipo usa e getta, da impiegare nelle carrozze letto e nelle cuccette. Si scoprì che il “tessuto non tessuto” era di scadente qualità, non corrispondente ai requisiti previsti dal mega appalto. Inoltre gli inquirenti accertarono che Graziano, quando vinse la gara, non aveva la consistenza societaria e aziendale richiesta. Ma c’erano pure storie di fattire gonfiate e altro ancora alla base del provvedimento giudiziario di arresto (per truffa aggravata e corruzione) deciso dall’ ufficio istruzione del tribunale di Roma. Quando però i carabinieri si presentarono nello stabilimento di Fisciano, Graziano prese il volo con il suo elicottero e si rifugiò all’ estero. Venne bloccato quando decise di rientrare in Italia. L’ arresto fu effettuato all’ aeroporto di Fiumicino dove l’ imprenditore atterrò provenendo da Rio de Janeiro.
Da quel giorno tanti finsero di non conoscerlo e di non averlo mai incontrato, soprattutto quelli che lo avevano sfruttato. Funziona così, sempre.
Lo dimenticarono quelli che lo avevano acclamato quando assunse la presidenza dell’Avellino il 27 dicembre del 1985, quando Elio Graziano, industriale nel campo della chimica, subentrò ad Antonio Pecoriello.
Una carriera rapidissima per il figlio del ferroviere che, seguendo le orme parterne, dopo le scuole superiori entrò nelle ferrovie dello Stato dove capì che sarebbe stato semplice diventare ricco. Sarebbe bastata qualche importante amicizia (il Psi all’epoca comandava il Paese e lui divenne amico di Craxi) e un buon prodotto da vendere. Dopo avere inventato le lenzuole di “tessuto non tessuto” per i vagoni letto, pensò di organizzarsi per la scoibentazione delle vetture ferroviarie, ovvero per togliere via l’amianto di cui si cominciava a dire fosse cancerogeno.
Dove farlo, dove mettere su un bel capannone industriale per dare lavoro e centinaia di operai? Diamine, ad Avellino, al rione ferrovia dove il suo amico capo stazione dell’epoca riuscì a darli una mano agevolando ogni operazione burocratica.
Iniziarono le selezioni per le assunzioni del personale, posti di lavoro per tutti, solita processione di questuanti e amici degli amici per ottenere il posto fisso nella Isochimica dove molti avrebberopoi contratto gravi malattie collegate al tipo di lavorazioni effettuate.
C’erano soldi in quantità, in quegli anni, piovevano pure dal cielo quando arrivava in elicottero allo stadio e distribuiva le centomila lire come fossero volantini. Gli piacere essere amico di tutti, aveva un cuore grande, quello che lo ha abbandonato negli ultimi tempi, era contento e felice nell’organizzare le trasferte per i suoi amici dell’Avellino bene, funzionari di altissimo livello tutti disciplinatamente in pullman gran turismo, albergo pagato, come del resto il pranzo e biglietto in tribuna d’onore nello stadio della trasferta.
Grande Graziano, viva Graziano, per quei signorotti. Viva “zio Elio” per i tifosi, per i giocatori.
Poi il declino, gli arresti domiciliari, una lunga vicenda giudiziaria, quindi le maledizioni degli operai dell’Isochimica affetti da gravi malattie, fino a giungere in uno stato quasi di povertà per colui che era stato uno dei più ricchi imprenditori italiani. Negli ultimi anni s’ero reso conto di avere perduto il suo patrimonio economico e anche quello degli affetti, scoprendo che i tanti amici che aveva contato al suo fianco, più che essere amici suoi lo erano dei suoi soldi.
Grande “zio Elio” che si congederà definitivamente daquesta terra domai, domenica 5 marzo, con il funerale che si celebrerà alle 9,30 pressoil Roseto, a due passi dallo stadio Partenio.

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