Avellino story (2a parte): Vullo addio, con Bucaro si vola

CALCIO AVELLINO – Il giorno dopo la debacle in Sicilia, la società annuncia ufficialmente l’accordo con il direttore tecnico Enzo De Vito, mettendo finalmente fine a mesi di illazioni e voci di corridoio. Cresciuto sotto la gestione Pugliese, l’avvocato De Vito è reduce da un biennio ad Aversa e, con il dg Massimiliano Taccone, ha il compito di costruire rifondare l’organico da affidare al riconfermato Salvatore Vullo. Intanto, avvicendamento anche nel settore giovanile con la presidenza che passa da Nicola Cece a Franco Mazzariello. Dall’Aversa arrivano De Gol, Pettinari ed Ercolano. Il centrocampo viene rinforzato con l’argentino Correa, mentre in attacco con De Angelis c’è Fabrizio Lasagna (in seguito arriverà Zigoni). In difesa arrivano l’esperto Roberto Cardinale, oltre a tanti altri under. Viene messo fuori rosa Puleo ritenuto in un primo momento inadeguato al neo-programma tecnico. L’Avellino sembra ripartire con le giuste intenzione, ma intanto c’è la grana ripescaggio da risolvere. Non tutti i soci sembrano convinti. Nicola Cece, infatti, non si farà carico dell’onere della riammissione in Prima Divisione. Costo dell’operazione sostenuto dagli altri membri del consiglio di amministrazione. L’amministratore Iacovacci con il commercialista Capone consegnano in Lega Pro entro i termini previsti (29 luglio) la documentazione necessaria per l’ammissione ufficiale il 4 agosto. Dopo due anni dalla scomparsa dell’Us, l’Avellino calcistica ritrova un palcoscenico adeguato, attraverso i sacrifici di una società pronta ad investire, a riconoscere i propri errori e a crescere sotto ogni punto di vista. Per la prima volta nella storia l’Avellino viene inserito nel girone A, di solito quasi sempre riservato a compagini di alta Italia. Con gli irpini ci sono nel raggruppamento anche le altre due campane: Sorrento e Benevento, penalizzato di 6 punti dopo il caso scommesse, tutt’ora in fase d’evoluzione.
BELLO IN COPPA, VULLO ADDIO – Dopo due anni l’Avellino torna anche nel tabellone principale della Coppa Italia. L’esordio il 7 agosto a Portogruaro è convincente ed oltre ogni aspettativa. Il tris irpino è targato De Angelis e dalla doppietta di Herrera. Una settimana dopo con un gol dell’ex Correa, i lupi sbancano anche Varese. C’è la gara di Bari, ma è un altro scossone a turbare l’ambiente dopo la sconfitta del “San Nicola”. A causa di vedute diverse con i vertici dirigenziali, il tecnico di Favara lascia la guida della panchina biancoverde. Al suo posto giunge Giovanni Bucaro, ex difensore di Foggia e proprio Avellino (Vullo era suo allenatore nel 2002/03), 40 anni e tanta gavetta in serie D prima di salvare il Manfredonia nell’ex serie C2 e di dirigere la Primavera della Juventus. Il trauma è assorbito nel tempo. La tifoseria sembra essere spaccata (già lo era in precedenza sulla questione logo). Il trainer palermitano, affezionato al 4-3-3, esordisce nel posticipo televisivo del 5 settembre su RaiSport sconfiggendo il Foligno 2-0, senza entusiasmare troppo. L’obiettivo della società dichiarato alla vigilia, in fondo, è la salvezza ma il messaggio non sembra essere stato recepito troppo da una piazza abituata a primeggiare in terza serie nell’ultimo decennio. La realtà, però, è ben diversa al passato.
PRIMI SCIVOLONI – La truppa irpina, rispetto alla altre, sembra in ritardo. Dopo il match contro gli umbri, l’Avellino viene nettamente sconfitto a Pisa (3-0) e fischiato duramente al termine della rocambolesca sconfitta interna contro la matricola Tritium (senza portiere negli ultimi dieci minuti), guidata al successo da Enrico Bortolotto. Zigoni, attaccante figlio d’arte, regala tre punti preziosi a Viareggio. Qualche lieve progresso, una condizione fisica tutt’altro che entusiasmante e altri due passi falsi con Sorrento e Pro Vercelli. Nel turno infrasettimanale col Carpi decide il coloured Thiam. Poi, il pareggio a Monza e il mezzo regalo alla Ternana capolista. E’ la partita spartiacque perché l’Avellino dal quel momento per sette partite resta imbattuta.
RIMONTE ENTUSIASMANTI – I lupi vanno vicini al colpaccio a Foggia, domano la Reggiana, rimontano da 0-2 a Benevento pareggiando meritatamente al “Santa Colomba”. Stesso copione in casa col Como in un insolito anticipo del venerdì, con i lariani raggiunti da una spettacolare rovesciata di Angelo D’Angelo decisivo anche nella trasferta sannita (3-3). Col Como rientra anche Simone Puleo, ritenuto fino a qualche settimana prima inidoneo al progetto tecnico. Poi, nove punti con Lumezzane, Pavia e Spal. La chiusura dell’anno è Taranto con una sconfitta indolore. L’Avellino chiude il 2011 con 25 punti in cascina, qualche gol di troppo subito e un socio in meno: ufficiale ad inizio dicembre l’uscita di scena di Nicola Cece.

SPOT