Addio Marcello, se n’è andato un altro calciatore della promozione in B

Di lui, da qualche anno, si erano perse le tracce, in un’epoca in cui tra cellulari e social network è molto più semplice tenersi in contatto rispetto al passato.

Marcello Violo era uno dei “Ragazzi del ‘72” che resero grande l’Avellino, fino a condurlo alla prima storica promozione in Serie B.

Due dei suoi compagni di squadra, Mauro Pantani e Bruno Piaser, (insieme nella foto) titolari di quella formazione ricordata alla perfezione dai tifosi biancoverdi, come fosse una filastrocca da tramandare a figli e nipoti, non lo hanno mai dimenticato.

Si sono messi alla ricerca del compagno di squadra, il secondo portiere di quel gruppo che si giocò la promozione in Serie B con il Lecce, battuto nell’epica e decisiva sfida del 27 maggio 1973, vinta grazie a un calcio di rigore di Nobili, all’11’ della ripresa.

Le ricerche sono terminate con un’amara scoperta: Marcello Violo si è tolto la vita.

Lo abbiamo tanto cercato, era un amicone, una persona buona e simpatica. Oggi io e Piaser abbiamo saputo la triste verità. Nella sua terra pavese, dove era tornato al termine di una carriera non proprio fortunata dal punto di vista dei successi personali, una mattina di due anni fa, il nostro Marcello è stato ritrovato solo e senza vita, in un abbandono impietoso e ricco di malinconia”, ha raccontato con tantga tristezza Mauro Pantani, attaccante di quell’Avellino.

Violo è stato il secondo di Ferdinando Miniussi – scomparso pure lui, sconfitto nel 2001 dalla cirrosi epatica sviluppatasi dall’epatite C – e fu la riserva di Gianni Candussi (assieme a Lamia Caputo), portiere titolare nel primo storico campionato di serie B.

In totale Violo ollezionò 10 presenze in biancoverde, incassando 11 reti: bravo ma giocava poco, “chiuso” dai due colleghi.

“Marcello era un amico di mangiate e bevute, di “zingarate” in terra d’Irpinia e Costiera Salernitana – ricorda ancora Pantani -. Spero che il suo buonumore abbia portato alla corte di nostro Signore quell’allegria che lo ha sempre contraddistinto e ha fatto di lui un carissimo ragazzo. Ti voglio bene Marcello”.

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