Avellino: Micovschi spento, manca l’alternativa, dentro un difensore

di Dino Manganiello

Se cambio di modulo sarà, il motivo non risiederà per forza nella tremarella per le folate offensive dei diavoletti corallini. Piuttosto nella necessità di non regalare un uomo a un avversario che va già a tremila di suo. L’uomo che l’Avellino potrebbe (e non vorrebbe) regalare domenica alla Turris, almeno stando a quando visto finora, è Claudiu Micovschi. Il rumeno, ce ne dispiace, non riesce a entrare nei meccanismi, appare spaesato, slegato dal contesto. Così non riesce a dare una mano. Ed allora, volendolo tener fuori e non avendo surrogati in rosa, sarebbe necessario virare su un’altra soluzione tattica. Le opzioni in questo caso sono due: 4-3-3 o 3-4-3.

Un paio di ragionamenti portano a privilegiare il modulo con la difesa a tre. A parità di tridente e di uomini in mediana (due), rispetto al 4-3-3 si godrebbero infatti i benefici di un sistema speculare all’avversario; della possibilità di scelta tra i difensori (Sbraga o Bove in aggiunta) per rimpolpare un reparto che con ogni probabilità sarà messo sotto pressione fin dal pronti-via; Tito giocherebbe ‘alto’, ovvero dove si esprime meglio. Come diminutio, si perderebbe l’imprevidibilità e la capacità di svariare del Kanoute sottopunta, visto che sarebbe dirottato a destra, cosa che però accadrebbe anche con il 4-3-3. Con il quale avremmo più consistenza in mediana, vero. Ma questo particolare appare sinceramente un surplus minimo, a naso.

Intanto a Torre del Greco ieri erano distratti dall’ennesima visita del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, e dal convegno in Comune sui piani di sviluppo delle infrastrutture sportive usufruendo dei fondi covid europei. Per quanto riguarda invece le cose di campo, domenica rientrerà da un turno di squalifica Manzi; da valutare Longo, alle prese con una tallonite, e Ghislandi, problema alla caviglia sinistra. Fuori i lungodegenti Lame e Nunziante.

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