Avellino, l’appello all’unità e il bivio decisivo: tutto in quattro giorni

di Dino Manganiello

A Radio Punto Nuovo il figlio del patron, Giovanni D’Agostino (nella foto), ha chiarito le dinamiche sui buchi neri di questa stagione biancoverde: le premesse, le promesse e gli investimenti; la complessa comunicazione; i motivi che hanno portato ai cambi modulo e le conseguenti alterazioni alle strategie di mercato; com’è andata con Iemmello, Ciciretti e Franco… Ma c’è stato anche spazio per lo sfogo: troppi attacchi, troppe accuse alla proprietà, troppe insinuazioni, troppi veleni ed anche troppo disamore.

Le dichiarazioni sono lì. Ognuno può ragionarci su e trarre le conclusioni che crede. Ciò che invece resta scolpito riguarda due aspetti: l’ennesimo appello all’unità di un ambiente lacerato; l’invito adesso a guardare avanti perché la folle rincorsa alla testa della classifica non è finita.

Di sicuro, come sempre nel calcio, sono i risutati che possono indirizzare, a prescindere, il vento del tifo in una direzione piuttosto che in un’altra. E in questa chiave siamo più o meno già alla resa dei conti: Bari lontano 9 punti e con due partite ‘morbide’ tra recupero della seconda di ritorno e 25esima giornata; Avellino atteso dal sempre velenoso derby con la Juve Stabia al Partenio-Lombardi, poi la durissima trasferta in Calabria per incrociare il Catanzaro di Iemmello e company. Tutto ciò in quattro giorni. Serve dare un segnale e serve farlo adesso. O, probabilmente, mai più.

Piero Braglia intanto sta studiando le mosse giuste. Testa le condizioni di Di Gaudio, incita un Aloi in grande ripresa e rimugina come sempre sul modulo. Di sicuro, là davanti ci saranno un rifinitore e la coppia Murano-Maniero. Perché gli indugi sono rotti. Osare, vincere. E i conti alla fine.

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