Avellino: dalle parole ai fatti, dal pugno duro al summit programmatico

di Dino Manganiello

Dunque l’operazione ‘svergogna il calciatore’ è partita ed ha anche fatto registrare un discreto successo. Oggi pomeriggio, mercoledì, allenamento a porte aperte per l’Avellino con alcune decine di tifosi inviperiti ad urlare parole durissime nei confronti dei calciatori biancoverdi. Tutto come previsto, tutto come da copione. Ora, aldilà delle valutazioni soggettive sull’eleganza e la funzionalità o meno dell’iniziativa, il dato di fatto è che le ‘minacce’ della proprietà cominciano a concretizzarsi con i fatti. Ed allora viene di conseguenza aspettarsi in tempi anche brevissimi che parta la fase-due di questa operazione, anche se globalmente difficile e parecchio scivolosa. In pratica, a stretto giro è previsto il delicato e fondamentale summit tra dirigenza e Ds per pianificare parecchie cose: su quale allenatore puntare; chi epurare e la strategia per piazzarli in un modo o nell’altro altrove; chi far restare in Irpinia e la strategia per rigenerarli (anche nei confronti della piazza); cosa fare dello staff medico; budget da gestire; obiettivi da raggiungere; linee guida in termini di comunicazione.

Da qui nascerà la nuova stagione biancoverde. Una stagione da non fallire, pena brutte e poco prevedibili ripercussioni. Ribadiamo: il lavoro sarà immane. Ma si deve pur cominciare. Da quanto emerge, comunque, una decina di giocatori attualmente in rosa potrebbero restare anche per la prossima stagione. Ed anche messa così, significherebbe una roba titanica: piazzarne 12 e farne arrivare altrettanti. Giovani e non, di sicuro forti. Per puntare in alto. Né programma triennale né all-in. Un mix, piuttosto. Ma che sia necessariamente vincente.

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