Avellino Calcio, dilettanti allo sbaraglio: quattro schiaffi dal Trastevere

Quattro ceffoni in pieno viso per capire come funziona la serie D.

Il presuntuoso Graziani, impettito per la vittoria ottenuta sul mare di Ostia, la scorsa settimana s’era vantato: “Adesso abbiamo capito la serie D”.

Forse c’è bisogno di fare un pò di ripetizione.

Intanto un pò di lezione privata gliel’ha data il Trastevere, formazione che frequenta la Quarta Serie in modo umile e dignitoso, anteponendo i fatti alle parole, dimostrando sul campo il proprio valore, evitando di infinocchiare i tifosi (ne ha pochi, ma buoni) con chiacchiere al vento.

Una sconfitta così pesante, ad Avellino era capitata raramente, nella storia del calcio.

Già, la storia. Quella che Graziani vorrebbe mettere da parte. Per fare posto alla “sua” storia?

Questa storia di un “quattro a uno” incassato al Partenio dove, in passato, gli avversari giungevano intimoriti e votati al sacrificio?

Ora è terra di nessuno. Qui sono venute il Città di Anagni e il Latte Dolce (ma guarda un po’ di cosa dobbiamo parlare) e hanno preso punti dimostrando impegno.

Il Trastevere ha passeggiato ridicolizzando gli strapagati dilettanti (solo contrattualmente) calciatori di una squadra che porta comunque il nome di Avellino.

Quando l’Avellino vero, quello dei tempi andati, frequentava i campionati professionistici, nel marzo 2017 rimediò una sconfitta per 0-5 e la gente si sentì offesa. Altrettanto quando venne (3 ottobre 2015) a vincere il Vicenza con lo stesso risultato di oggi, per 1-4.

Altri risultati così mortificanti?

Nella stagione 1995/1996 in Coppa Italia Avellino-Juventus 1-4, nell’annata 1985/1986 Avellino-Como 1-4 (Serie A) e più indietro nel tempo, nel campionato 1981/1982 Avellino-Cagliari 1-4 (Serie A).

Ma quella era serie A, nel peggiore dei casi serie B.

Questa è la Quarta Serie e una umiliazione del genere è inammissibile.

A questi dilettanti che hanno perso 1-4 contro il Trastevere, cosa vogliamo dire?

Signori cari, fate i bagagli e togliete il disturbo. Se questo deve essere il prezzo da pagare per vedere ancora calcio ad Avellino, la domenica sarà meglio andare a giocare a bocce.

Stendiamo un velo pietoso sulle prestazioni dei giocatori che non sanno cosa significa il calcio ad Avellino.

Discutere dell’allenatore o di chi ha costruito questa squadra? E’ inutile, parlano i fatti e i risultati. Giustificazioni zero, faranno bene a restare zitti.

Piuttosto, sarebbe interessante conoscere il parere del sapiente Alberani, del patron De Cesare e dei suoi stretti, strettissimi collaboratori. Anche se, a questo punto, delle loro parole frega un tubo a nessuno.

E dopo quelle del basket, anche le mortificazioni del calcio. Stile De Ces.

 

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