Avellino calcio a giudizio: bufera scommesse, lunedì 23 l’udienza al TFN

Non solo debiti: i nuovi proprietari dell’US Avellino1912  hanno trovato pure la sorpresa rappresentata dal deferimento e quindi dal rinvio a giudizio per un dirigente della vecchia gestione e dello stesso Avellino Calcio, per responsabilità oggettiva,  una delicata vicenda di scommesse.

Processo sportivo

A dare notizia del processo sportivo in calendario a Roma per lunedì 23 dicembre 2019 dinanzi al Tribunale Federale Nazionale, è il Corriere dello Sport nell’edizione odierna.

Una notizia nota alla vecchia dirigenza, ai collaboratori della segreteria dell’Avellino calcio e a chi rappresentava la società (deferimento comunicato con pec del 4 dicembre, due giorni prima della cessione) ma trapelata e appresa dai nuovi proprietari solo attraverso l’organo di informazione sportivo romano.

Due giorni prima di Natale

Inconsueta la data fissata per il processo sportivo all’Avellino: due giorni prima di Natale, alle ore 11, presso la sede della Figc a Roma in Via Campania 47 dove i legali dell’ex dirigente e dell’Avellino dovranno partecipare all’udienza dinanzi al Tribunale Federale Nazionale chiamato poi a pronunciarsi in merito al deferimento del Procuratore Federale a conclusione di una indagine partita lo scorso giugno.

Come mai tanta fretta per un processo che poteva tranquillamente svolgersi anche dopo le feste natalizie?

Rischio penalizzazione

Secondo i capi di imputazione e gli articoli del Codice di Giustizia Sportiva richiamati nel deferimento, per la responsabilità oggettiva relativa alla condotta posta in essere dall’ex dirigente Luigi Carbone, l’U.S. Avellino 1912 rischia dal minimo di una ammenda, a una penalizzazione, fino al massimo della radiazione, in base alla gravità di quanto potrà emergere durante il processo e, quindi, alla decisione del Tribunale Nazionale Federale.

Certamente più severe le sanzioni per il Direttore Operativo Luigi Carbone (fino alla radiazione) che interessano, sinceramente, davvero poco i tifosi dell’Avellino.

Bufera scommesse

Una nuova bufera si abbatte, dunque, sull’Avellino che sembrava avere ottenuto un minimo di serenità attraverso i brillanti risultati (4 vittorie di fila) ottenuti da una squadra allestita con difficoltà per i noti problemi giudiziari e finanziari che hanno condizionato l’attività della precedente proprietà.

Quella proprietà che il 6 dicembre 2019 scorso ha deciso la conclusione della trattativa con la cessione delle quote societarie alla IDC rappresentata da Izzo e Circelli.

Due giorni prima dell’atto notarile di trasferimento della proprietà era stato notificato il deferimento firmato dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro e dal Procuratore aggiunto Gianfranco Melaragni evidenziando l’attività di indagine compiuta  dalla Procura Federale in merito all’esposto presentato in data 28 giugno 2019 con cui si denunciava il presunto comportamento del direttore operativo della società di calcio, Luigi Carbone, sostenendo -nella ricostruzione che si legge nel deferimento – essere un assiduo frequentatore di agenzie di scommesse, insinuando in tal modo dubbi sulla liceità dell’operato del Carbone all’interno e nell’interesse della stessa società di calcio.

Indagini e confronti

Ascoltati dai collaboratori della Procura Federale sia il presunto estensore dell’esposto (che avrebbe poi negato di avere denunciato quelle cose) e il Carbone, ritenuto dirigente di fiducia della proprietà dell’Avellino Calcio, per la quale svolgeva attività rilevante, ai fini federali, a favore della stessa.

Interrogato pure Gianandrea De Cesare, vice presidente e socio di riferimento dell’Avellino.

Determinante l’interrogatorio reso dal Carbone Luigi, ai fini del deferimento.

Contraddizione e giustificazione

Dopo avere sostenuto con forza di “non avere mai frequentato sale o agenzie di scommesse” e dichiarato anche di “non avere mai effettuato una scommessa su qualsiasi avvenimento sportivo”, rispetto alla foto mostratagli dagli uomini della Procura, che lo ritraeva all’interno di una agenzia di scommesse, lo stesso Carbone precisava che si era recato in quella agenzia di Avellino, ubicata alla contrada Scofreda e vicino a un negozio del cugino, “solo per cambiare delle banconote”.

Ascoltato da un collaboratore della Procura Federale anche il titolare dell’agenzia di scommesse Snai di Avellino, Giuseppe Mallardo il quale, pur non conoscendo personalmente il Carbone “non escludeva il fatto che lo stesso frequenta o abbia frequentato l’agenzia di scommesse”.

Non c’è tempo da perdere

Ad indurre la Procura al deferimento sarebbe stata proprio tale contraddizione e la spiegazione addotta dal Carbone. Pure altre dichiarazioni contrastanti, tra quelle rese dall’ex dirigente e dal presunto estensore dell’esposto-denuncia avrebbero portato alla convinzione degli inquirenti di stilare il deferimento in base al quale la Procura Federale ha poi chiamato l’ex dirigente e l’US Avellino a giudizio.

Fino a tre giorni precedenti l’udienza, ovvero fino a domani 19 dicembre- secondo quanto stabilito dall’art. 85 del Codice di Giustizia Sportiva, gli atti sono consultabili presso la segreteria del Tribunale Federale: termine entro il quale le parti possono presentare memorie, istanze, documenti e quanto ritengono utile ai fini della difesa.

Non c’è tempo da perdere, insomma.

Ora la nuova proprietà, venuta a conoscenza di tutto questo, dovrà affrontare un processo sportivo delicato e rischioso. Soprattutto antipatico anche a livello di immagine.

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