I medici irpini: “Spesso visite gonfiate”

I medici irpini: “Spesso visite gonfiate”
“Solo un atleta su due si sottopone a visite mediche e ben il 40% degli agonisti ottiene la certificazione in maniera fasulla”. Questa la denuncia dei medici che oggi pomeriggio si sono riuniti presso la sede provinciale del Coni per parlare proprio del tema della prevenzione nel mondo dello sport. …

I medici irpini: “Spesso visite gonfiate”

“Solo un atleta su due si sottopone a visite mediche e ben il 40% degli agonisti ottiene la certificazione in maniera fasulla”. Questa la denuncia dei medici che oggi pomeriggio si sono riuniti presso la sede provinciale del Coni per parlare proprio del tema della prevenzione nel mondo dello sport. Folto e variegato il tavolo dei relatori. Presenti al dibattito oltre agli organizzatori dell’evento, il prof. Giuseppe Saviano e il dott. Rizziero Ronconi, anche illustri esponenti del mondo sportivo e medico della Campania come il dott. Rosato, direttore generale dell’Azienda Moscati, il dott. Antonio Gambacorta, dirigente regionale alla Sanità, il dott. Buonfiglio, presidente regionale della Federazione Medico Sportiva e il delegato provinciale del FMSI, il dott. Luciano Buonfiglio. Ad aprire il dibattito è stato Saviano che ha posto subito l’accento su una scarsa cultura delle prevenzione, nonostante in Italia ci sia una buona legislazione in materia, testimoniata da due decreti ministeriali che obbligano l’agonista ad avere un certificato di idoneità agonistica e uno attestante lo stato di buona salute. Il discorso è stato poi approfondito dall’altro “padrone di casa”, il dott. Ronconi che in qualità di presidente dell’Associazione Medicina dello sport di Avellino ha voluto sottolineare come sia importante accendere i riflettori su questo tema, anche all’indomani dei due eventi drammatici di Bagnoli, prima, e di Calibritto. “La prevenzione, però, consta di vari momenti. Non dipende solo dal singolo atleta ma anche dalla capacità della istituzione di accreditare personale medico specializzato – sostiene Ronconi, che aggiunge – In Campania, unica regione in Italia, è presente sia un elenco dei medici sportivi accreditati, sia una lista di posti dove l’atleta può sottoporsi a tutti gli accertamenti”. I relatori hanno parlato anche dello strumento del teleconsulto, ossia della possibilità da parte del medico sportivo di potersi avvalere della maggiore preparazione di altri colleghi, soprattutto, di cardiologi, in modo tale da avere un cartella clinica ben definita nel minor tempo possibile. Ad accendere il dibattito è stato il dott. Buonfiglio il quale ha voluto denunciare come “in Italia le morti improvvise durante l’attività sportiva abbiano delle percentuali altissime”. “In Campania c’è una grande evasione della visita, solo il 50-60% degli obbligati si sottopone agli accertamenti”. Ancora più allarmante è, però, l’altro dato fornito dal delegato provinciale del FMSI: “Il 40% per cento di coloro che si sottopongono alla visita, lo fanno in maniera non idonea”. Il più delle volte le visite mancano anche per l’elevato costo che esse comportano. Per Gambacorta “bisognerebbe inserire questo tipo di visite nel Sistema Nazionale Sanitario e invitare le società ad utilizzare i contributi statali soprattutto per salvaguardare la salute dei propri tesserati”.

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