Salerno, maxi frode da 60 milioni: tra gli indagati un revisore dei conti di Solofra

 

Il Tribunale del Riesame di Salerno ha accolto l’appello proposto dalla Procura della Repubblica contro un’ordinanza di rigetto del gip, disponendo otto misure cautelari personali nell’ambito di un’inchiesta su una presunta associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari.

Le accuse, a vario titolo, riguardano l’indebita compensazione di crediti d’imposta inesistenti, riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.

Le misure cautelari decise dal Riesame riguardano una misura di custodia cautelare in carcere; quattro arresti domiciliari; tre obblighi di dimora. Per tre degli indagati è stata inoltre riconosciuta l’aggravante di aver commesso i reati nell’esercizio della professione di consulente fiscale.

In particolare, i promotori del sistema, tra cui un imprenditore già coinvolto in un analogo procedimento e residente all’estero, avrebbero predisposto l’intero impianto tecnico e societario necessario per simulare gli investimenti.

Una società estera sarebbe stata utilizzata per dare veste formale ai contratti di acquisto di software basati su tecnologia blockchain, che però di fatto non venivano utilizzati come previsto dalla normativa agevolativa.

Accanto a loro, avvocati e collaboratori di studio avrebbero curato la predisposizione dei contratti e l’emissione delle fatture false, necessarie a giustificare i flussi di denaro e a coprire le movimentazioni bancarie.

Il ruolo operativo sarebbe stato completato da commercialisti e consulenti fiscali, incaricati di predisporre e trasmettere all’Agenzia delle Entrate le comunicazioni propedeutiche alla compensazione dei crediti d’imposta fittizi. Tra questi

L’attività investigativa, condotta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, l’analisi di conti correnti e della documentazione contabile e bancaria, oltre all’acquisizione forense di dispositivi informatici, ha consentito di ricostruire nel dettaglio il funzionamento del sistema.

Secondo quanto emerso, oltre 200 imprese italiane avrebbero aderito al meccanismo fraudolento, dichiarando investimenti per oltre 62 milioni di euro e maturando crediti d’imposta per circa 60 milioni di euro, poi indebitamente compensati.

 

Le indagini hanno consentito agli inquirenti di delineare  in modo preciso il ruolo anche degli altri  indagati. I commercialisti  e consulenti  fiscalisi sarebbero occupati delle comunicazioni formali con l’Agenzia delle Entrate. In particolare,   un commercialista residente a Solofra.

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