Raccolta illecita di scommesse, Cassazione respinge ricorso di un operatore di Solofra

E’ andata male al titolare di un centro trasmissione dati di scommesse di Solofra. La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dal titolare di un Ctd di Solofra. I giudici hanno ribadito che la licenza di pubblica sicurezza ha “natura personale” e viene “rilasciata dall’autorità di pubblica sicurezza sulla base di una valutazione delle esigenze di ordine pubblico con riferimento alla persona che eserciterà la licenza, e in certi casi anche al luogo in cui la licenza sarà esercitata”.

L’uomo era stato condannato – sia dal Tribunale di Avellino, sia dalla Corte d’Appello di Napoli – a sei mesi di reclusione, appunto per raccolta non autorizzata di scommesse. Il titolare del centro ha cercato di fare leva sul fatto che il Ctd fino a poco tempo prima veniva gestito da un’altra società, e che quest’ultima era in possesso della licenza di pubblica sicurezza, l’uomo quindi “non poteva essere ritenuto privo di autorizzazione per non aver richiesto la voltura”. Ma la Cassazione ha appunto confermato le sentenze di primo e secondo grado ribadendo che “la natura personale di tale licenza ed il difetto della stessa in relazione all’attività esercitata dall’imputato in Solofra”.

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