Processo Aste Ok, i difensori chiedono l’astensione del collegio: il tribunale rigetta l’istanza

Processo Aste Ok, nuova udienza oggi presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, del processo nato dall’inchiesta “Aste ok” del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli, che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti  che vede coinvolto il  nuovo clan Partenio.

Nell’udienza di oggi, doveva essere ascoltata l’imputata Livia Forte, ma il suo avvocato di fiducia, Roberto Saccomanno, ha presentato un’istanza di rinvio per la recente scomparsa del fratello di Livia, Modestino Forte, imputato nello stesso procedimento e deceduto, sabato scorso, presso l’ospedale di Catanzaro, città in cui era detenuto.

Ad aprire l’udienza l’intervento dell’avvocato Gaetano Aufiero . “L’episodio grave, avvenuto nell’ultima udienza  richiede una riflessione. Piuttosto che le ingiurie e le minacce proferite durante un’attività istruttoria, avvenuta nel corso della stessa udienza, è necessario ponderare sulla compatibilità del Tribunale con il proseguimento del procedimento. Il Tribunale ha condotto una sorta di istruttoria, ascoltando a sommarie informazioni i poliziotti e i carabinieri del servizio d’ordine. Il tribunale ha interrogato le forze dell’ordine su quanto accaduto. Il problema risiede nell’attività istruttoria svolta alla nostra presenza. Al termine di essa, con la conclusione che il Tribunale fosse stato oggetto di minacce, gli atti sono stati inviati all’Ufficio di Procura, allegando il verbale di udienza con le dichiarazioni delle forze dell’ordine. Mi domando se, in questo procedimento, sia ancora garantita l’imparzialità del Tribunale. Quest’ultimo è stato verbalmente aggredito e successivamente ha avviato un’istruttoria in qualità di parte lesa. Sarà in grado di continuare la propria attività in modo obiettivo e imparziale?”

In linea con la posizione espressa dall’avvocato Aufiero anche il collega Claudio Botti: “Questo è un serio problema di compatibilità. Quello che è accaduto nell’ultima udienza è una grave forma di intolleranza nei confronti di qualsiasi richiesta della difesa. Il Tribunale ha addirittura tolto la parola agli avvocati. Nel corso di questo procedimento è verificata addirittura un’inchiesta parallela che ha svelato le strategie difensive. Tre persone offese, il collegio giudicante, che interroga i verbalizzanti. Si è quasi arrivati a sottoporre a un controesame la persona coinvolta, in sua assenza. Ritengo che ci siano motivazioni sufficienti per rimettere gli atti e verificare se questo collegio possa ancora svolgere in maniera imparziale le sue funzioni in questo procedimento  giudiziario”.

Poi  ha preso la parola l’avvocato Roberto Saccomanno. “I comportamenti tenuti dalla sorella di Modestino Forte sono avvenuti in un momento in cui l’udienza era temporaneamente sospesa. Il Tribunale ha ascoltato i verbalizzanti e si è configurato come parte offesa di un reato. Si sarebbe dovuto solo individuare i soggetti coinvolti nel reato ma, purtroppo, l’esito di questo processo è stato già stabilito. La procedura adottata, invece, pone il Tribunale in una condizione certamente complessa. Come questo Tribunale potrà valutare in futuro le dichiarazioni di Livia Forte, sorella della donna che ha offeso lo stesso collegio? Con quale serenità possono essere valutate queste dichiarazioni, da parte di persone offese dal reato, quando la sorella dell’imputato ha urlato in aula accuse di responsabilità nella morte di Modestino Forte? Il nostro invito è di instaurare nuovamente in quest’aula un clima di democrazia e rispetto del principio di giusto processo”.

Al termine della camera di consiglio, il Tribunale ha respinto la richiesta di astensione avanzata dagli avvocati, ordinando il proseguimento del procedimento.

Il primo testimone della giornata è stato l’Avvocato Alessandro Del Grosso, richiesto dal Pubblico Ministero: “I miei rapporti con Ciriaco De Nardo hanno avuto inizio circa 18 anni fa. Lui si è rivolto frequentemente a me per consulenze di natura legale. Ho iniziato a interagire con Caterina De Nardo tra marzo e aprile del 2021, quando mi fu chiesto di presentare un’istanza relativa a un opificio di Solofra che era finito sotto sequestro. Ho acconsentito a questa richiesta nell’aprile del 2021″. Del Grosso ha esposto in aula il contenuto dell’istanza riguardante la presenza di rifiuti all’interno della struttura, il cui smaltimento avrebbe comportato un costo aggiuntivo di circa 20mila euro”.

Del Grosso ha, poi, ripercorso la tempistica dei suoi incontri con i De Nardo, evidenziando quelli avvenuti in precedenza all’interrogatorio dai carabinieri. “I De Nardo sono venuti nel mio studio nel giugno 2021, due mesi dopo essere stati ascoltati. In quell’occasione mi chiamò Ciriaco De Nardo perché, a suo dire, era avvenuto un fatto brutto presso i carabinieri. Poi mi chiamarono nuovamente per comunicarmi dell’arrivo di questo “fascicoletto”, come lo definirono loro e che, in realtà, non era altro che la fissazione dell’udienza preliminare come persone offese. Leggendo il verbale, ho notato che Caterina disse che io li avevo ‘dissuasi’ dal presentare querela nei confronti dei carabinieri. Un termine che non ho affatto gradito. L’accusa di falso era molto grave, e io sono stato categorico. Stavo ascoltando affermazioni molto serie che, se fossero risultate false, avrebbero potuto condurre anche a un procedimento per calunnia. Pertanto, mi sono limitato a riportare solo questo”.

Poi Del Grosso si è sottoposto al controesame dell’avvocato Carlo Taormina. “Riguardo all’opificio di Solofra, verso la fine di marzo 2021, mi sono occupato dell’istanza e ho fatto riferimento ai rifiuti per i quali erano state anticipate le spese. Tuttavia, mi sono limitato a concludere la vendita di questo bene sequestrato. Io e il collega D’Archi ci siamo confrontati sulla questione, ma alla fine non siamo riusciti a formalizzare alcun contratto.” Ancora, l’Avvocato Del Grosso ha aggiunto: “Ciriaco De Nardo mi disse di aver partecipato a quest’asta, che Formisano era presente, ma la sua offerta (di De Nardo, ndr) era stata la migliore. Non mi disse nulla di più e non so cosa ha riferito ai carabinieri”.

Il Pubblico Ministero ha chiesto l’acquisizione dei verbali di udienza. La prossima udienza è attesa per il 24 gennaio 2024.

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