“In Nicolina rivedo la mia Antonella”, lo sfogo di mamma Lucia

“In Nicolina rivedo mia figlia Antonella”. Così Lucia De Stefano, madre della 23enne di Solofra che la mattina del 20 febbraio del 2007 venne uccisa con sei colpi di pistola da Antonio Carbonara, poi condannato in via definitiva a 30 anni di carcere, per vendetta: aveva allontanato di casa e denunciato l’uomo che aveva una relazione sentimentale con la madre per mettere fine ad una serie continua di violenze e sopraffazioni. 

“Non ci sono parole. La sua morte mi addolora profondamente e in Nicolina adesso vedo Antonella, mia figlia, che dieci anni fa per avermi protetto e difeso da un uomo violento venne uccisa allo stesso modo” spiega Mamma Lucia all’Ansa.

“Si denuncia ma poi non accade niente”, dichiara a proposito della morte di Nicolina, la 15enne morta all’ospedale di Foggia dopo essere stata ferita mortalmente dai colpi di pistola dell’ex convivente della madre.

“Quando il giorno prima di essere uccisa, mia figlia andò dai carabinieri per denunciarlo e ricevere garanzie sulla nostra protezione -ricorda Lucia De Stefano- ricevette assicurazione generiche e l’invito a non drammatizzare. Aggiunsero anche che, in fondo, di quell’uomo non c’era da preoccuparsi. Nel caso di Nicolina è ancora più grave: la vicenda era stata denunciata da tempo e nessuno ha fatto niente per impedire che una ragazzina innocente di quindici anni venisse uccisa”.

“Non ho vergogna a dirlo – dice mamma Lucia – ma quando capita quel che è capitato a me con la morte di mia figlia, la vita diventa un lungo rancore, nei confronti di chi ha ucciso ma anche di chi poteva e avrebbe dovuto impedire che accadesse. Non consola per niente il fatto che vengano condannati, quando e se avviene nella misura adeguata. Il carcere, l’ergastolo vero tocca alle vittime e ai sopravvissuti”. 

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