Il processo a carico di Fernando Guarino, 75 anni, imprenditore originario di Solofra e presunto trafficante internazionale di droga, dovrà essere celebrato di nuovo.
Il Tribunale di Bari ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dal suo legale, l’avvocato Dario Cierzo, disponendo il trasferimento degli atti al Tribunale di La Spezia. Una decisione che riapre una vicenda giudiziaria complessa, costellata da continui colpi di scena.
La DDA di Bari aveva richiesto il rinvio a giudizio per Guarino, imputato in due casi di traffico internazionale di cocaina. Il primo episodio risalirebbe al febbraio 2002, quando sarebbe stato importato un chilo di cocaina dal Brasile. Il secondo, di maggior rilievo, riguarda il presunto trasferimento di 380 chili di cocaina, sempre dal Brasile, arrivati in Italia attraverso il porto di La Spezia e destinati successivamente a Bari nell’agosto dello stesso anno.
La richiesta di rinvio a giudizio era stata avanzata dal pubblico ministero antimafia Ettore Cardinali davanti al giudice dell’udienza preliminare Giovanni Rinaldi. Tuttavia, la difesa ha contestato la competenza territoriale del Tribunale di Bari, sostenendo che i fatti principali si sarebbero svolti a La Spezia. Il giudice ha accolto l’eccezione, disponendo così il trasferimento del procedimento.
Nel 2001 Guarino venne condannato a 13 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Rimasto irreperibile per diversi anni, fu arrestato solo nel 2019 in Brasile grazie alla collaborazione tra il Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino, la Polizia Federale brasiliana e lo S.C.I.P. (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia).Dopo l’estradizione, affidatosi all’avvocato Cierzo, la difesa riuscì a dimostrare che Guarino non era mai stato correttamente informato del processo: le notifiche erano state eseguite presso il domicilio di Solofra, nonostante l’imprenditore risiedesse in Brasile dal 1995. In virtù di queste circostanze, i giudici dell’incidente di esecuzione e la Corte d’Appello di Bari hanno annullato la condanna precedente, riconoscendo che l’imputato era stato giudicato “a sua insaputa”.
A seguito dell’annullamento, la Dda di Bari ha riaperto le indagini e nel gennaio 2025 ha notificato un nuovo avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ma ora, con il trasferimento a La Spezia, l’intero procedimento dovrà ripartire dall’inizio.




