“Money Gate”, frode sportiva: chiesto il rinvio a giudizio per Taccone e De Vito

E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per il proprietario dell’U.S. Avellino, Walter Taccone, l’ex direttore sportivo della società biancoverde Vincenzo De Vito, l’ex presidente del Catanzaro Giuseppe Cosentino, l’ex dirigente della società calabrese Armando Ortoli e l’ex calciatore del club giallorosso Andrea Russotto nell’ambito del caso “Money Gate” come riportato da La Gazzetta del Sud (leggi qui) che ricostruisce così l’intera vicenda.

“Il prossimo 20 settembre si tornerà a parlare in un’aula di giustizia della partita Catanzaro-Avellino e del presunto tentativo di combine che avrebbe avuto come protagonista, tra gli altri, l’ex presidente giallorosso Giuseppe Cosentino.

Il sostituto procuratore Anna Chiara Reale ha infatti avanzato richiesta di rinvio a giudizio per cinque indagati con l’ipotesi di frode sportiva.

Oltre all’imprenditore reggino rischiano di finire a processo l’ex ds del Catanzaro Armando Ortoli, l’attaccante ora in forza al Catania Andrea Russotto, il presidente dell’Avellino Walter Taccone e il ds Vincenzo De Vito.

Sarà il gup Francesca Pizii a decidere se accogliere o meno le richieste della pubblica accusa. All’ufficio giudiziario del capoluogo calabrese nei mesi scorsi erano stati trasmessi dalla Procura di Palmi gli atti relativi alla presunta combine, emersa nell’ambito dell’inchiesta “Money Gate” il fascicolo che avrebbe svelato l’esistenza di un’associazione dedita a reati di natura fiscale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita di ingenti somme di denaro.

Nell’ambito di quel filone investigativo sulle attività imprenditoriali di Cosentino erano venuti fuori alcuni dialoghi proprio sulla partita del 5 maggio 2013.

Secondo l’accusa ipotizzata dalla Procura di Palmi e rinnovata dai colleghi catanzaresi, gli indagati avrebbero concordato un pareggio tra le due squadre. Un risultato che «avrebbe consentito al Catanzaro di non ritrovarsi ai play out e all’Avellino di raggiungere la promozione nella serie superiore».

Il risultato però non venne raggiunto «per il mancato rispetto degli accordi da parte della società calcistica dell’Avellino che, a seguito della vittoria del Perugia, per non correre il rischio di non raggiungere la promozione alla serie B si è aggiudicato la partita con il risultato di 1 – 0 nonostante il calciatore Russotto del Catanzaro calcio avesse deliberatamente fallito due chiare occasioni per segnare il gol del vantaggio».

Di questa partita si parla in una conversazione avvenuta nell’ufficio di Cosentino, e intercettata dagli inquirenti, il 15 maggio 2013, dieci giorni dopo il match incriminato.

L’ex presidente giallorosso ne discute con altri due soggetti non identificati, uno dei quali chiede espressamente cosa sia successo nell’ultima partita in casa. La risposta di Cosentino riportata integralmente negli atti è: “Figli di pu…na, sono venuti loro a trovarmi a me, tutti e due i presidenti che noi siamo amici, sono due presidenti là… eee… presidente allora a noi un punto ci serve, facciamo pari?”. La vicenda è già stata oggetto di un procedimento della giustizia sportiva che si è concluso con l’assoluzione di tutte le parti in causa.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Sabrina Rondinelli, Domenico Infantino, Domenico Russi e Innocenzo Massaro”.

Sul piano sportivo i soggetti coinvolti sono stati assolti, in secondo grado, l’11 aprile del 2018. Resta lo scoglio della giustizia ordinaria. Spetterà al giudice del Tribunale di Catanzaro decidere se istituire o meno un processo nei confronti dei cinque soggetti coinvolti nel caso “Money Gate”.

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