Metropolitana leggera, la mission impossible del Comune di Avellino

Sono in ballo 24 milioni di euro, mica bruscolini. Il Comune di Avellino rischia di vedere revocato il finanziamento accordato una ventina di anni fa per la realizzazione del sistema di trasporto pubblico a basso impatto, la cosiddetta metropolitana leggera.

Una delle tante opere incompiute di un Comune alle prese con grandi e piccoli progetti che vanno dalla realizzazione del tunnel ai lavori al castello, dalla sistemazione del mercato alla semplicissima segnaletica orizzontale, lavori per i quali si va avanti con lentezza e idee vaghe, per la serie “campa cavallo…”.

Ora è la Regione Campania a stimolare…il cavallo senza mezzi termini, riferendosi al progetto, finanziato con il POR Campania 2007-13 che il Comune di Avellino ha dichiarato ultimato e funzionale ma nella realtà non è così.

Lo sanno quanti ammirano con il naso all’insù quei pali che arrivano ai balconi delle abitazioni per sostenere i fili ai quali dovrebbero aggrapparsi le “mazze” delle vetture elettriche, i rimodernati “filobus” che tanti anni fa vennero dati al macero in una città che la sua metropolitana l’aveva realizzata quasi un secolo fa.

Il sempre ottimista sindaco enjoy assicura che entro 4 mesi la metropolitana sarà in funzione per ospitare i passeggeri sui mezzi elettrici che da anni stazionano in deposito.

Se lo dice lui…

Stavolta non si scherza perchè, se non dovesse essere così, la Regione Campania chiederà il conto a un Comune i cui conti non tornano.

«In mancanza – scrive la Regione al Comune di Avellino – la scrivente Autorità si vedrà costretta ad avviare le procedure per la revoca del finanziamento europeo concesso, con il conseguente recupero delle somme erogate, declinando fin d’ora qualsivoglia responsabilità».

Si accettano scommesse sulla realizzazione dell’ennesima previsione: quattro mesi, in fin dei conti, significa arrivare a metà novembre. Diciamo che per Natale potremo andare in giro con la metropolitana leggera.

Per dirla alla Greggio: «Ce la face la face la fa! Non ce la fanon ce la fa…»

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