L’Asl approva il “Piano Vaccini” ma senza i medici di famiglia tutto è a rischio

La prima vaccinata in provincia di Modena l'infermiera Alda Reggiani coordinatrice infermieristica della nascente Unità Operativa vaccinale Covid-19 nel "Vaccine Day" presso il Centro servizi Ausl di Baggiovara (Modena). Modena, 27 Dicembre 2020. ANSA /ELISABETTA BARACCHI

Finalmente anche l’Asl di Avellino attiva il piano vaccini anti-Covid.

Per realizzare il processo è indispensabile la collaborazione degli enti locali che si stanno già attivando per reperire e ristrutturare locali da adibire a centri vaccinali.

Il “Piano vaccini” può, però, essere realizzato solo con la condivisione dei medici di famiglia, che, pur essendo i veri pilastri del territorio, riferiscono di essere stati “poco coinvolti nelle strategie dei prevenzione del contagio”.

La delibera approvata dall’ASL di Avellino (n.219 del 17 febbraio) si rivolge proprio ai medici di base chiedendo loro la disponibilità volontaria e gratuita per l’attuazione del piano.

Sembra però che i medici, da troppo tempo dimenticati e trascurati, abbiano condizionato la loro disponibilità all’ottenimento di precise garanzie assicurative e di lavoro in sicurezza.

Senza dire – per il momento – dell’aspetto economico, altrettanto rilevante per l’organizzazione del servizio da fornire agli assistiti.

Elena Picciocchi

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