La direzione investigativa antimafia ha pubblicato la relazione sull’attività svolta relativamente al secondo semestre del 2017. Per quanto riguarda la provincia di Avellino, si legge, “il contesto criminale della provincia Irpina risente dei condizionamenti di gruppi napoletani e casertani. Le aree in cui la pressione delinquenziale è maggiore sono il Vallo di Lauro, il Baianese, la Valle Caudina, il comprensorio Montorese-Solofrano, l’alta Irpinia e l’Arianese”.
“Nella zona di Quindici e in altri comuni del Vallo di Lauro opera la famiglia CAVA, storicamente antagonista del clan GRAZIANO, anche questa originaria di Quindici. Alcuni eventi che hanno riguardato i due sodalizi potrebbero incidere su futuri assetti: si tratta del decesso, il 29 novembre 2017, del capo del clan CAVA, al quale potrebbe succedere il figlio, e della scarcerazione, il 31 novembre 2017, dei due figli del capo del gruppo GRAZIANO. Nel Vallo di Lauro opera anche la famiglia SANGERMANO, il cui capostipite (deceduto) era ritenuto elemento apicale del gruppo CAVA: il sodalizio può contare sulla scarcerazione, il 21 novembre 2017, di un elemento di spicco, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, a Lauro”.
“Ad Avella e Baiano e nei comuni limitrofi è presente il sodalizio denominato ‘Nuovo Ordine di Zona’, mentre nel capoluogo, opera il clan GENOVESE, con proiezioni anche sui territori adiacenti. Nella Valle Caudina permane la supremazia del gruppo PAGNOZZI, con importanti proiezioni nella Capitale, storicamente legato ai CASALESI, a sodalizi dell’hinterland napoletano ed a clan operanti in provincia di Benevento (SPERANDEO, ESPOSITO di Solopaca, IADANZA/PANELLA di Montesarchio)”.
“Le attività criminali prevalenti sono il traffico, la vendita di sostanze stupefacenti e le estorsioni in danno di imprenditori e commercianti locali. Il 27 ottobre 2017 è stata nominata la Commissione di accesso presso il comune di Pago del Vallo di Lauro, per presunti fenomeni di infiltrazione mafiosa”.




