La denuncia di Irpiniaoggi fa effetto: “Dopo 22 giorni mi hanno fatto il tampone”

Ventidue giorni chiusa in casa, dopo essere rientrata a Volturara Irpina dall’estero.

Una donna è rimasta in attesa di essere sottoposta all’esame del tampone trascorrendo le sue giornate al telefono, cercando di ottenere inutilmente una risposta alle sue sollecitazioni.

Lunghe attese, telefono che squillava a vuoto, stremata e arrabbiata, sfiduciata e preoccupata.

Il medico di famiglia della donna sconcertato più della sua paziente dopo avere inviato comunicazioni ufficiali all’Asl per richiedere il controllo. Non solo per una verifica necessaria, quando per consentire a quella donna di uscire finalmente dalla sua abitazione, in caso di tampone negativo, andare a lavorare e acquistare qualcosa da mangiare.

Macchè.

In casi del genere ci si rivolge agli organi di informazione ma non è una cosa bella.

Le cose dovrebbero funzionare regolarmente, senza essere pubblicamente denunciate. E chissà perchè, solo in quel caso, qualcuno si accorge di cosa sta avvenendo, forse ne ne vergogna pure, ma provvedere.

Ed è questo quello che conta.

La denuncia

Domenica siamo stati contattati dalla signora F.P. (evitiamo le generalità per la privacy) che ha raccontato a Irpiniaoggi la sua odissea, chiamando in causa l’Asl di Avellino.

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Miracolo: lunedì mattina il medico di famiglia della donna è stato contattato dall’Asl per organizzare il prelievo, cosa avvenuta nella mattinata odierna.

Non è finita, perchè adesso occorrerà attendere l’esito del tampone. Ma quanto tempo occorrerà? Due o tre giorni…

Cosa volete che siano rispetto ai 22 giorni vissuta in isolamento volontario, da sola in casa?

Ventidue giorni senza assistenza nè cibo se non quello che qualche concittadino si è premurato di lasciare dinanzi alla porta dell’abitazione della paziente che più paziente non si può.

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