L’appello di Maria Assunta: «Sono nata ad Avellino, aiutatemi a ricostruire la mia storia»

Maria Assunta - Avellino

L’appello

«Mi chiamo Maria Assunta e sono nata ad Avellino il 7 agosto 1983, alla Clinica Malzoni, da madre che non ha voluto essere riconosciuta. Dall’atto di nascita so di aver un fratello o una sorella e che il cognome che mi era stato dato era Ilitti. Sono stata adottata a soli 2 mesi e quelle prime settimane di vita le ho trascorse nel brefotrofio di Mercogliano. Ho scoperto tutto questo pochi anni fa e solo di recente ho deciso di intraprendere un percorso di conoscenza delle mie origini».

Comincia così l’accorato messaggio che la donna ha affidato ai social, con l’obiettivo di riuscire nella propria ricerca attraverso il passaparola e le condivisioni. Maria Assunta è tenace e precisa, lo si percepisce dal fatto che ha già provato a reperire tutte le informazioni a cui le è stato possibile accedere, ma adesso ha bisogno dell’aiuto di tutti gli avellinesi che possano avere ricordi di quel periodo o accesso ad altre fonti. Infatti, così continua: «Altri dati utili sull’atto di nascita sono il nome dell’ostetrica, Leonida Melillo, con cui non sono riuscita a parlare perché non ho trovato i contatti, e di due testimoni che ho provato a contattare, ma invano, per sapere se avessero qualche notizia.

La mia speranza è di riuscire a ritrovare chi mi ha messo al mondo. Per questo, se trovassi l’ostetrica, forse lei potrebbe ricordarsi qualcosa di quella bambina fatta nascere una notte d’estate in uno dei suoi primissimi anni di lavoro; infatti la dott.ssa Melillo, all’epoca, aveva solamente 24 anni. Se poteste mettermi in contatto o far avere questo messaggio alla dott.ssa Melillo ve ne sarei grata.

Io ci provo a scrivervi e spero potrete aiutarmi».malzoni clinica - avellino

La lettera all’ostetrica

«Cara dottoressa,
mi chiamo Maria Assunta e la nostra conoscenza, seppur breve, risale ormai a 40 anni fa. Sono nata una mattina d’estate del 1983, lei era una giovane ostetrica e chissà se non sia stata una delle prime bambine che ha fatto nascere alla Clinica Malzoni.

La mia mamma di pancia purtroppo quella mattina ha deciso di lasciarmi in ospedale e di non riconoscermi. Il mio cognome provvisorio è stato per pochissimi mesi Ilitti, per poi avere la fortuna di essere accolta in una famiglia stupenda, che mi ha cresciuto nel migliore dei modi inondandomi di amore.

Della mia storia non so nulla ed è questo il motivo per cui provo a scriverle. Non ho ancora maturato la forza per attivarmi nella ricerca della mia mamma di pancia, troppe paure e insicurezze. Però non nascondo che ho un grande desiderio di ricostruire qualche pezzo della mia storia. Io non so se lei conserva qualche ricordo, un dettaglio che possa placare la mia curiosità verso le mie origini.

Dall’atto di nascita ho appreso di avere un fratello o sorella ma non so se abbia avuto la mia stessa fortuna di essere adottato. E la mia mamma di pancia la ricorda? Io sono diventata mamma da pochi anni e durante la gravidanza l’ho pensata spesso: portare un bimbo in grembo per nove mesi e poi separarsene non è facile nemmeno se sei una persona arida di sentimenti.

Io non voglio disturbarla ulteriormente e mi scuso se l’ho disturbata, ma questa lettera si porta dietro tanti notti insonni passate a pensare se dovessi o meno scriverle. Ha vinto la curiosità, guidata dal pensiero che da qualche parte là fuori c’è qualcuno che è in qualche modo legato a me pur non essendolo mai stato.

Confido e spero tanto nei suoi ricordi.
La saluto e la ringrazio sin da ora».

Se qualcuno tra i nostri lettori dovesse avere informazioni utili per aiutare Maria Assunta non esiti a contattare la nostra Redazione.

 

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