La presenza, pubblicamente in primo piano, dell’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, ed il suo strappo del nastro all’inaugurazione del tunnel sono fatti eloquenti, che portano imbarazzo. Il leone da tastiera di turno – magari in giornata di clemenza – scriverebbe, come minimo, di una cosa sconcia nella storia della città capoluogo. La piazza, che sui social trova naturale sbocco, sembra proprio non aver gradito tale partecipazione; a leggere i commenti, non mancano espressioni colorate, di quelle che acciaccano.
Chi scrive, invece, intende arrivare direttamente al tandem Nargi-Festa, che regge le attuali sorti della città, ponendo una domanda semplice ed esplicita, che esige, però, una risposta onesta: “Chi di voi due è veramente il sindaco di Avellino?“.
Possibile che la Nargi non si renda conto dell’immagine che sta dando con il suo funambolico operare ? Che senso ha reggere questo gioco spiacevole? E, Festa – privo di ogni carica istituzionale – veramente pensa di non apparire “intruso “ all’esterno, solo perché tuttora in grado di far pesare, nelle stanze di comando, il consenso personale, che non ha potuto mettere all’incasso elettorale, per le sue ben note vicende giudiziarie?
Non me ne vogliano l’on. Rotondi, Angelo D’Agostino – vincente uomo d’affari prestato alla politica – Petitto e Genovese, tutti redarguibili di responsabilità politica oggettiva – ma questo è quanto il centro-destra si aspettava dal suo alleato nel ballottaggio? Senza tale apporto, oggi la fascia tricolore la indosserebbe, con autenticità ed autorevolezza, Gengaro.
Il Prefetto, autorità di Governo, non potrà certo restare silente a fronte di certi accadimenti; c’è da crederci, o meglio, da sperarci!
Ci conforti, allora, quella formativa lezione di Sant’Agostino sulla speranza, che ha due bellissimi figli, cioè lo sdegno ed il coraggio. Lo sdegno sta crescendo, e non da ieri, ma sarà il coraggio del “cambiamento vero” a dover fare quella differenza, la cui alba, però, non è ancora spuntata ad Avellino. Una città che impiega ben 18 anni per un’opera pubblica ha tempi allampanati di maturazione. Verosimilmente, alla pari dei tempi di decantazione della vicenda giudiziaria dell’ex sindaco,Festa, attenzionato dalla magistratura, e per nulla in vena di desistenza.
Per i cambiamenti sarà compito della politica e di uomini dallo spirito libero, quelli per i quali conviene l’onestà e non la gestione del potere.