Le dichiarazioni di Don Michele Cicarelli, parroco della Chiesa di San Francesco ad Avellino.
Il Murale della Pace è un’opera profetica, perché racconta la cifra del nostro tempo — di ieri, di oggi e, purtroppo, di sempre. Viviamo in un mondo segnato da chi costruisce la pace e da chi, invece, semina guerra e odio. È un murale sempre attuale, nel bene e nel male: rappresenta le pagine luminose e quelle oscure della storia umana.
Il messaggio che voglio mandare oggi alla città e al mondo è quello che ricordava spesso Monsignor Ravasi: dobbiamo combattere due mostri — la bruttezza e la bruttura.
La bruttezza è estetica: se viviamo circondati dalla bellezza, essa ci eleva e ci educa.
La bruttura, invece, è etica: è la malvagità, l’egoismo, l’abuso di potere.
Se tutti insieme impariamo a contrastare questi due mostri, ciascuno nel proprio ambito, potremo davvero vivere in un mondo migliore.
Oggi, purtroppo, non viviamo un bel momento. C’è un pericolo nuovo: l’esaltazione della violenza attraverso i social. Alcuni giovani credono di essere eroi, ma lo sono in senso negativo. Tutto viene amplificato, e così l’odio diventa virale.
I social hanno allontanato molti ragazzi dalla lettura, dal pensiero, dalle relazioni autentiche.
Per questo le agenzie educative — scuola, parrocchia, oratorio, famiglia, società civile — devono stringere un’alleanza virtuosa.
Solo insieme possiamo aiutare i giovani a riconoscere e sconfiggere quei due mostri: la bruttezza e la bruttura.
Nella presentazione del Murale della Pace non è mancata la presenza dell’associazione Per Borgo Ferrovia, guidata dal presidente Walter Giordano, che ha finanziato i lavori di coibentazione della parete esterna della chiesa













