Il Covid-19 nel ritiro “blindato” dell’Avellino: tre calciatori positivi, ma com’è possibile?

Tre calciatori dell’Avellino sono risultati positivi al Covid-19. La società l’ha comunicato questa mattina: i tamponi positivi fanno parte del quinto ciclo effettuato sui calciatori e sui membri dello staff in ritiro a Sturno.

Ma non è da escludere che il contagio possa essere avvenuto qualche settimana prima (incubazione lunga), magari durante le vacanze al mare o tramite contatto con parenti e amici, prima che iniziasse il ritiro pre-campionato.

Oppure che possano essere contagiati gli ultimi arrivati, in ordine di tempo. Sui nomi vige la massima riservatezza, in tema di privacy.

Da due settimane il gruppo squadra e tutti coloro che ruotano intorno agli atleti si sono trasferiti a Casa Reale di Sturno, costantemente monitorati dallo staff medico sia in algergo che al campo, sottoposti a tampone naso-faringeo ogni quattro giorni, senza possibilità di contatti con l’esterno. O quasi.

Ma è proprio così?

Perchè nonostante tutte le accortezze stabilite dal protocollo sanitario, qualcosa è sicuramente sfuggito allo staff biancoverde, a giudicare dalla positività di tre atleti, tutti asintomatici, già posti in isolamento fiduciario.

Il risultato? Controlli sui contatti stretti e attività sospesa fino all’esito dei nuovi tamponi effettuati, si crede, in mattinata.

Qualcosa è successo, lo scivolone potrebbe essere stato commesso durante le tre conferenze stampa di presentazione dei sei nuovi calciatori dell’Avellino, effettuate all’aperto, nella piazzetta di Sturno.

Ma mentre i giornalisti presenti hanno posto le domande rispettando il distanziamento sociale, lo stesso non si può dire per il contatto avuto dagli atleti con qualche curioso tifoso presente sul luogo della conferenza, che era lì per un autografo o un selfie, scattato ovviamente a distanza ravvicinata, magari senza mascherina di protezione.

Sotto gli occhi di chi dovrebbe tenere sotto controllo la situazione.

Secondo indiscrezioni, Vito Di Leo, il Sindaco di Sturno avrebbe chiesto ai concittadini venuti a contatto con i calciatori dell’Avellino di sottoporsi al tampone di controllo.

Inoltre, perché vietare ai tifosi di assistere agli allenamenti della squadra al Castagneto e poi permettere agli stessi di posizionare uno striscione di incoraggiamento sulle inferriate della Tribuna, che ha costretto l’Avellino, ieri, ad allenarsi in piscina, perché l’impianto di gioco era sottoposto a sanificazione?

Che senso ha?

Qualcuno ha sbagliato, qualcun altro poteva prestare maggiore attenzione, qualche altro doveva raccomandare massima attenzione e prudenza ai calciatori.

Ogni comune mortale viene quotidianamente bombardato di notizie e informazioni utili su come comportarsi per evitare di beccarci il Covid. Ricordarlo a qualche distratto tesserato sarebbe stato opportuno.

Un evento, questo dei tre tesserati positivi al Covid-19, che rallenta le operazioni di mercato e mette l’allenatore Piero Braglia (negazionista convinto) dinanzi all’evidenza della possibilità di contagio anche dove ciò non dovrebbe avvenire.

Alle prese con una rosa esigua (appena 8 calciatori della prima squadra a sua disposizione, oltre qualche volenteroso ragazzotto) l’allenatore ora è costretto ad interrompere gli allenamenti, con un’ulteriore perdita di tempo sulla tabella di marcia.

Però il colpevole stavolta è stato individuato: il Covìd.

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