Il Cassino cancella le ambizioni del Calcio Avellino e Bucaro ammette il suo fallimento

Cassino-Avellino tifosi dell'Avellino (foto LP)

Un’altra sconfitta contro un avversario che non deve ricorrere neanche alla “partita della vita” per mettere alle corde un Calcio Avellino supponente e presuntuoso.

Il Cassino evidenzia i mali antichi di una squadra che nemmeno con il cambio di allenatore è riuscita a registrare miglioramenti.

Anzi, il tecnico Bucaro ha alzato bandiera bianca, ammettendo le proprie responsabilità.

“Mi assumo le responsabilità di questi cali di tensione, di concentrazione, solo colpa mia”.

FALLIMENTO

Tradotto in termini concreti, l’allenatore ha ammesso di non riuscire a motivare i suoi giocatori.

Una colpa grave perchè nella rosa del Calcio Avellino ci sono elementi che neanche avrebbero bisogno di essere stimolati, ad esempio i più anziani, ma lavorano in campo come se fossero impiegati statali, tanto lo stipendio a fine mese arriva lo stesso.

Discorso diverso coi giovani: sono quelli che hanno bisogno di essere caricati, stimolati, coccolati ed è per questi elementi che Bucaro ammette forse la sua responsabilità.

Del resto, pure quando era alla Primavera della Juventus l’attuale allenatore del Calcio Avellino non riuscì a ottenere risultati importanti, tanto da essere rimasto unico tecnico a fallire l’accesso alle finali scudetto con la formazione bianconera.

RABBIA E DELUSIONE

La tifoseria è arrabbiata, non tanto per la sconfitta, quanto per l’atteggiamento registrato dalla squadra pure in questa occasione.

Per i 500 tifosi al seguito (nella foto a Cassino) per una partita neanche di cartello, su un campo di serie D, vedere la squadra del cuore uscire sconfitta, è sincramente mortificante, umiliante.

Pure perchè il Cassino ha fatto poco o niente di straordinario.

Ha giocato semplicemente come si fa in serie D, in modo energico e determinato, rispetto alla formazione avellinese con quel gioco fatto di tocchi e tocchetti, come se stesse giocando in serie A, con inutili tentativi di prodezza che in questo campionato servono a niente.

SOLDI & FUTURO

Meglio pensare al futuro, evitando di spendere soldi inutili per acquisti inutili.

Quei soldi che si vuolew investire sul mercato, meglio tenerli in banca e utilizzarli bene.

Ci sono due soluzioni: la prima è da reato sportivo, ovvero comprare tutte le partite che restano da giocare e vincerle tutte.

Non si può fare, voleva essere unaprovocazione.

La seconda: tenere da parte 350mila euro da versare a fondo perduto alla Lega Pro per ottenere l’iscrizione.

Cosa da fare per il prossimo campionato che il Calcio Avellino giocherà in Lega Pro.

Questo in corso è meglio dimenticarlo e archiviarlo presto, per non fare sangue amaro.

RINFORZI? MAI VISTI

In tribuna, oggi, c’era Salvatore Di Somma il quale s’è affrettato a precisare di essere un semplice spettatore.

Se avevano bisogno di lui, avrebbero dovuto chiamarlo quando era ora e tempo, non adesso che la situazione è disastrosa e irrecuperabile.

Più che un Di Somma, ci vorrebbe un Padre Pio.

Finora è stata condotta una campagna acquisti confusionaria da gente che ha mostrato scarsa competenza mista a presunzione. E’ stata fatta collezione di esterni di attacco quando manca una prima punta, scegliendo elementi da giornata della memoria, gente che il calcio vero non lo gioca più da tempo, infortunati o elementi al tramonto della carriera.

L’elenco? Ciotola, Sforzini, Morero, Pepe, Rizzo, Alfageme (il 4 febbraio sapremo se è stata collezionata l’ennesima “fijurella“) mentre si parla dell’arrivo di Luppi, magnificandone le doti.

Se è così bravo e si allena con il Modena, perchè il Modena non lo ha tesserato?

GESTIONE TECNICA

Dire del direttore sportivo, è come sparare sulla croce rossa.

Messo qui dal suo “padrino“, ha dimostrato di essere spaesato in un ambiente che aveva bisogno di gente con le palle (pardon, attributi…), capace di mantenere il confronto con l’allenatore, esaminare insieme le situazioni tecniche, avere voce in capitolo con la società, seguire determinate dinamiche con la stampa anzichè fare capricci con i mass media, rizelarsi com’è tipico di un ragazzino, decidendo altre volte di farsi scivolare le cose addosso, senza avere il carattere necessario per un confronto.

Questo è il signor Musa, questo è il Calcio Avellino.

Lui ad Avellino sta facendo il master, mica il direttore sportivo…

Tutto questo rappresenta una realtà fallimentare, che rischia di fare rimpiangere il passato.

Ed è quanto dire.

 

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