Favori per esami universitari, test di ingresso e tasse: due arresti e 42 studenti indagati all’Unisa

Due dipendenti dell’Università di Salerno arrestati (uno è irpino), una quarantina di studenti indagati: le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Salerno potrebbero portare ulteriori sviluppi, con accertamenti tuttora in corso riguardanti anche alcuni giovani della provincia di Avellino iscritti all’Università degli Studi di Salerno (Unisa).

Secondo gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno agito su delega della Procura salernitana, sarebbero stati commessi reati per favorire l’accesso dei candidati alla facoltà di Medicina oppure per superare esami., pure per evitare di pagare troppe tasse, facendo risultare redditi più bassi rispetto a quelli reali. In questo caso le indagini riguardano i genitori degli studenti attenzionati.

Le accuse formulate nei confronti degli indagati vanno dall’accesso abusivo al sistema informatico alla falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e l’induzione indebita a dare utilità.

Indagini in corso

Tutto parte da una denuncia, presentata dalla direzione dello stesso Ateneo, che tramite l’Audit interno aveva rilevato irregolarità nella procedura di immatricolazione di due studenti iscritti alla Facoltà di Medicina, pur senza essersi classificati in posizione utile nella graduatoria unica nazionale di merito dei test d’ingresso.

In quell’occasione era subito emerso che l’iscrizione era stata effettuata materialmente da un dipendente dell’Università (Carmine Leo, di 65 anni, di Salerno) attraverso l’accesso abusivo al Sistema Informatico di Segreteria (cosiddetto ESSE 3).

I successivi approfondimenti investigativi hanno evidenziato inoltre che l’indagato era solito utilizzare le proprie credenziali per attestare falsamente esami universitari in realtà mai sostenuti dagli studenti beneficiari, in cambio di specifiche regalie (particolare curioso, anche fumetti da collezione).

Determinante si è rilevato il contributo del secondo indagato, sempre un dipendente amministrativo (Carmine Cioffi, di 53 anni, di Contrada) che indirizzava al collega quegli universitari che, essendo venuti a conoscenza del meccanismo di frode, chiedevano di essere “aiutati” in qualche modo.

Altra condotta di rilevanza penale posta in essere da Leo, sempre in pregiudizio all’Università, era quella di far risultare gli studenti in fasce di reddito di favore, senza tenere conto delle reali condizioni economiche delle famiglie, così da consentire un indebito risparmio nel pagamento delle tasse di iscrizione.

Complicità interne

Le indagini dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, diretti dal Colonello Eugenio Bua, hanno consentito di ricostruire 34 casi di carriere universitarie artefatte, molte delle quali culminate nel conseguimento del titolo di Laurea.

Fondamentalmente si è rilevata la collaborazione dell’Ateneo che, anche al fine di evitare ulteriori manipolazioni, ha subito sospeso Leo e, successivamente, su richiesta della Procura della Repubblica, ha pure congelato il sistema informatico, consentendo l’acquisizione di tutte le necessarie fonti di prova.

Oltre ai due dipendenti infedeli oggi arrestati, risultano indagati 42 tra studenti e familiari, presunti responsabili, in concorso, dei reati di accesso abusivo al sistema informatico e frode informatica, nei cui confronti sono tutt’ora in corso ulteriori approfondimenti investigativi.

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