Eugenio Corsi, intervento riuscito: Mi ha salvato San Pio

Un intervento chirurgico complesso, perfettamente riuscito, svolto dall’equipe del prof. Mauro Cassese, direttore del nuovissimo reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia), uno dei fiori all’occhiello della sanità e della ricerca scientifica in ambito sanitario nel centro-sud Italia.

Eugenio Corsi è ora ricoverato in terapia intensiva e dovrà osservare almeno una settimana di riposo assoluto ma ha tenuto ad aggiornare – tramite Irpiniaoggi – amici e conoscenti che è andato tutto bene.

Ovviamente non ha potuto farlo direttamente ed ha affidato, prima di entrare in sala operatoria, il suo pensiero a un amico avellinese con casa a Termoli, il quale si è rivelato prezioso in occasione del malessere accusato dal noto showman avellinese, in procinto di andare ad esibirsi in un locale delle isole Tremiti.

E’ stato lo stesso amico a raccontare quanto accaduto, senza volere apparire in prima persona: “Mi sono sentito poco fa coi suoi familiari i quali mi hanno dato conferma della perfetta riuscita dell’intervento e quindi, come da accordi con Eugenio, ho voluto divulgare la notizia. State certi che, se avesse potuto gestire un telefono, lo avrebbe fatto direttamente lui”.

Il racconto di quanto avvenuto fa venire i brividi e testimonia una serie di coincidenza che, alla fine, portano verso un percorso di fede.

I genitori di Eugenio Corsi furono uniti in matrimonio da Padre Pio.

Destino ha voluto che a subire un intervento particolarmente difficile dal punto di vista cardiochirurgico, con l’applicazione di due bypass, sia avvenuto proprio nell’ospedale intitolato dal Santo di Pietrelcina, difronte alla basilica dove si sposarono mamma e papà Corsi.

Una casa di cura fondata nel 1956 da Padre Pio, frate cappuccino molto amato e venerato dai cattolici di tutto il mondo, proclamato Santo nel 2002.

L’intervento è avvenuto nella sala ibrida della nuova Cardiochirurgia, la più tecnologicamente avanzata presente sul territorio nazionale, che rappresenta una sfida importante per la Casa Sollievo e per l’heart team diretto dal prof. Cassese (nella foto)

Il racconto

Eugenio mi ha raccontato tutto questo con emozione, prima di andare in sala operatoria. Nonostante la sua aria costantemente ironica e scanzonata, stavolta ha parlato sul serio e si è detto convinto che c’è stata la mano di Padre Pio.

Innanzitutto perchè, appena avvertito il malessere, ha immediatamente invocato il Santo e chiamato i soccorsi. Una persona come lui, di solito, pensa a un malore passeggero e si fionda all’appunamento con lo spettacolo.

Lui ha atteso l’ambulanza che è arrivata immediatamente mentre io ela sua compagna ci prodigavamo per avvisare i parenti e trovare le strade giuste per ottenere un rapido consulto e una risposta alla richiesta di aiuto.

Il medico di guardia presso il pronto soccorso dell’ospedale di Termoli ha capito subito che la situazione non era buona, dopo avere tentato un intervento di angioplastica in loco, senza indugi ha fatto trasferire Eugenio a San Giovanni Rotondo dove avrebbe dovuto essere immediatamente operato ma lui ha un gruppo sanguigno raro, lo stesso che ho io, ed è stato necessario attendere il rifornimento di sacche di plasma prima di dare corso all’intervento. E’ andato tutto bene e siamo felicissimi”, conclude l’amico Carmine tirando un grosso sospiro di sollievo e anticipando gli eventi: “Vedrete, appena starà bene, ci delizierà con le imitazioni dei medici, degli infermieri e spero che non si azzardi a fare anche quella di San Pio….”.

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