Detenuto rientra dopo un permesso e prova a portare tre ovuli di hashish in carcere

Rientra in carcere, dopo un permesso premio, portandosi dietro della droga. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Ricostruisce i fatti Emilio Fattorello, Segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Nella serata di ieri, 31 ottobre, un detenuto napoletano di 41 anni, con fine pena 2018, da rientro da un permesso premio di 4 giorni ha provato ad introdurre in carcere  3 pezzi di fumo, occultati all’interno del cellophane che aveva ingeriti. Durante le operazioni di perquisizioni il detenuto è apparso molto agitato, tanto da indurre il personale di Polizia Penitenziaria ad effettuare ulteriori accertamenti presso il locale nosocomio, che hanno confermato il sospetto. Il detenuto è stato sorvegliato affinché non espellesse la sostanza occultata”.

“Infine è stato ritrasportato in ospedale per verificare se avesse espulso tutta la sostanza. Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri di Ariano Iripino, a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere.  Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti”.

Aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex – una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento – sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”.

Capece denuncia la gravità costante della situazione penitenziaria: “Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.  Aggressioni risse, rivolte, ritrovamento di droga e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile e costante aumento, nonostante le numerose leggi svuota carceri: quasi 58mila!. Ed al Corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, mancano in servizio oltre 8.000 Agenti …”.

“Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, fortemente voluti dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, concludono i sindacalisti del SAPPE. “Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. E questo deve fare capire in quali condizioni sono costretti a lavorare i poliziotti penitenziari”.

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