Coronavirus, De Luca: “Vaccini, in Campania il 25% in meno. Ristoranti aperti di sera, il problema è la movida”

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, come ogni venerdì ha parlato in conferenza stampa, facendo il punto sull’emergenza Coronavirus, alla luce del passaggio della Campania dalla zona rossa alla zona arancione.

“Il Governo non riesce a dare una linea rigorosa a tutte le regioni. In Campania ancora oggi abbiamo 2.000 positivi al giorno e la situazione ci obbliga a essere prudenti, ma anche attenti sul sociale e all’economia della regione. Rispetto a un anno fa abbiamo i vaccini e settori economici ancora più stremati rispetto a 12 mesi fa. Entriamo in una nuova fase, che deve richiedere rigore e buon senso. È necessario mantenere la vaccinazione per fasce di età, ma guardiamo anche al rilancio dell’economia e del lavoro. La Regione Campania ha accettato che fossero destinati più vaccini a regioni in cui vi era un’esigenza maggiore per anziani e categorie fragili, a patto che si fosse tornati a una più equa distribuzione dei vaccini. Questo non è avvenuto e il problema si aggrava: la Regione Campania, attualmente, viene privata di 200.000 dosi di vaccino, il 25% in meno. Siamo l’ultima regione d’Italia ad aver avuto vaccini in proporzione alla popolazione. Questa è una vergogna nazionale”.

I risultati della campagna vaccinale: “Tra oggi e domani raggiungeremo l’obiettivo del 100% di vaccinazione tra gli ultraottantenni e nelle prossime settimane completeremo la vaccinazione per i non deambulanti. Siamo già al 60% di vaccinazioni per i cittadini tra 70 e 79 anni. Procederemo per fasce d’età”.

Sulle riaperture: “Dobbiamo anticipare i tempi per la messa in sicurezza del comparto turistico, il settore più penalizzato dall’emergenza. Se continuiamo come stiamo facendo a fine estate il comparto turistico sarà morto. Non sono i ristoranti aperti il problema, perché questi sono dotati di misure di sicurezza. Il vero problema in zona arancione è la movida. Dobbiamo consentire l’apertura serale in condizioni protette dei ristoranti, le cui attività si devono concludere tra le 23 e le 23:30. Dopo quell’ora, tutti a casa. E’ in grado il Governo di garantire tutto questo? Non credo”.

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